L’evento del prossimo fine settimana è stato presentato in mattinata con una conferenza, alla quale sono intervenuti l’Assessore allo Sport della città di Torino Stefano Gallo, Gian Luigi Favero, la Responsabile Regionale del Para-rowing, nonché tecnico federale e viceallenatrice della nazionale azzurra Cristina Ansaldi, e Patrizia Saccà, atleta paralimpica del tennis tavolo in veste di rappresentante del CIP Piemonte. “Sarà un evento coinvolgente per atleti e famiglie” ha assicurato Favero; parole confermate dall’Assessore Gallo: “la Rowing for Rio è la dimostrazione di come con la forza di volontà si possa raggiungere qualunque traguardo. Torino Capitale Europea dello Sport 2015 è anche questo: realtà sportive che con passione e spirito d’iniziativa portano avanti grandi progetti”.
Subito gare nella giornata inaugurale, dedicate agli Special Olympics; al pomeriggio acque riservate all’allenamento del para-rowing, con le competizioni in programma domenica. A concludere la due giorni al sfida tra campioni paralimpici e atleti normodotati, a testimonianza di una disciplina che forse meglio di altre può unire sport disabile e “normale”. La Rowing for Rio sarà per ragazzi delle scuole anche l’occasione di avvicinarsi al canottaggio, grazie a prove gratuite con i tecnici dell’Armida. Ospite d’eccezione Peppiniello Di Capua, storico timoniere dei fratelli Abbagnale, da qualche tempo rientrato alle competizioni nel mondo paralimpico.
“Questa manifestazione è nata per unire campioni e neofiti” ha spiegato Cristina Ansaldi, “per la prossima edizione, quella del decennale, abbiamo in mente di organizzare un campus per i giovani nei giorni della gara. Quella alle porte sarà una prova molto importante del panorama nazionale perché rappresenta la prima gara dell’anno agonistico; da questa inizieranno le selezioni per decidere che parteciperà ai prossimi Mondiali, validi per la qualificazione ai Giochi di Rio. Un grazie a tutte le società che ci hanno fornito attrezzature e supporto di vario genere”.
Cristina è un po’ l’artefice di tutto questo. Nel 2001 fu lei a portare all’Armida i quattro ragazzi ipovedenti e a farli remare sul Po per la prima volta; da allora non hanno più smesso. “Fummo l’unica società ad aderire a un progetto in collaborazione con l’UICI e da lì in poi diversi giovani diversamente abili si sono avvicinati al canottaggio. Allenarli è un’esperienza che dà tantissimo; dopo diversi anni mi stupisco ancora della loro limpidezza e di come riescano a dare sempre il 100 per 100. Il rapporto di fiducia e amicizia che si crea è impagabile”.