Chi compra questo disco e quello compagno li temga cari. Al di là di ogni valore, che potrà crescere o magari scomparire col tempo, resterà sempre il pregio documentario, quello che può avere ai nostri giorni un antico incunabolo, per modesto che sia, o tutto ciò che nasce "primo" nella storia di qualcosa che sarà un giorno revocato alla memoria e interrogato. Conservateli insomma come una testimonianza interessante, o, se dobbiamo proprio precisare il loro carattere e quel loro interesse, come un "manifesto". Infatti, le "13 canzoni 13", nome di battaglia della prima esecuzione di quelle canzoni nuove che ormai vanno sotto la sigla di CANTACRONACHE, sono il manifesto e nel tempo stesso uno specimen della nuova canzone che vuol essere popolare e italiana.
Sono nate nell'inverno e nella primavera del 1958, furono cantate in casa di amici, in sedi di associazioni, dai loro stessi autori. Questo movente e questi espedienti giullareschi sono stati insieme una necessità e una trovata genuina, una ragione della loro freschezza, della realizzazione "non mediata".
Non escludiamo che le canzoni di CANTACRONACHE abbiano una forte impronta culturale, qualcosa di ricercato nella cultura, persino qualche piccolo ingrediente letterario. Ma che vuol dire? E' stata proprio la cultura a scendere volontariamente in campo, seguendo l'esempio del Brecht cantastorie, non già per rubare con un pò di trucco elegante il mestiere ai versificatori di canzonette (sostituendo un minimo di cervello e una qualche astuzia prosodica ai versi contati coi numeri e con le dita), ma proprio per entrare in lotta aperta con lo spirito più filisteo, con la sentimentalità più sguaiata, con la civiltà più ipocrita espressa dalle canzoni che sono in voga.
Nella scelta degli argomenti, pescati non in un'astratta eternità ma in un concreto tempo di cronaca, si avvertirà palesemente la polemica civile: ma non è un difetto, poichè essa non doveva per nulla restare nascosta. Scrittori autentici acccanto a musicisti autentici, gli autori del CANTACRONACHE sapevano di dover infrangere una dura tradizione di abusi, di faciloneria, di falsità. Han fatto loro il primo passo, perchè bisognava cominciare senza indugio. Non sono nati cantastorie, lo sono diventati: se non fosse artistica, come può anche dubitare qualche ascoltatore sospettoso o arcigno, l'importanza di questo esperimento resterebbe sempre culturale. [...]
cover (italia canta - C 0001)