Il libro…
Per gustare davvero questa Favola di Natale è necessario buttarsi alle spalle tutte le prevenzioni, i filtri e i freni della ragione tipici degli “adulti” e lasciarsi andare ai sentimenti – talvolta ingenui e un po’ dolciastri – della retorica natalizia. Insomma, mettiamo da parte ogni traccia di cinismo e di sarcasmo e facciamoci trasportare dalla capacità di affabulazione di Dickens, dal suo sentimentalismo, dal suo paternalismo e dalla sua ferma fiducia nel progresso della società e dell’animo degli uomini. A Natale tutto può accadere, anche i miracoli. Natale è un momento “magico” (come le presenze soprannaturali che visitano Scrooge) in cui l’umanità si ritrova unita e solidale, in cui recupera sicurezza, conforto e speranza. Il Natale ha, dunque, un alto valore sociale (oltre che religioso). È grazie a cose semplici quali l’abbondanza dei cibi, il calore del fuoco, l’allegria di una risata, lo stare fra le sicure pareti domestiche che le sventure della vita, la malvagità delle persone e il pensiero della morte sembrano allontanarsi e fare meno paura. Come quasi tutte le storie di quel maestro della narrazione che era Dickens, anche questa ha lo straordinario potere di fissarsi nella memoria. Lo stesso dicasi per i suoi personaggi che, diventati talmente famosi, si sono trasformati in sinonimi indicanti un comportamento, una virtù o un difetto. Nel nostro caso, dire “Scrooge” è, ormai, come dire “avaro” .
(Piccola segnalazione. L’edizione del 2005 della Giunti è preceduta da un’interessante introduzione di Lucia Fiorella).
…dal libro al film…
Tra i tanti adattamenti del Canto di Natale, quello di Richard Donner (Superman, I Goonies, Arma Letale etc.) è – a mio giudizio – il più riuscito. Per almeno tre ragioni.
Lo Spirito del Natale Passato e Bill Murray (scena del film)
La prima. Perfetta l’ambientazione della storia nella New York degli edonisti anni Ottanta. Il moderno Scrooge è un tirannico e spietato capo di un network televisivo, disposto a tutto pur di avere indici di ascolto più alti dei concorrenti. Quindi niente ricostruzioni di cartapesta della Londra di metà Ottocento, niente neve di polistirolo, niente barbe finte e comparse con cappelli a cilindro, ma grattacieli di Manhattan e luci del Rockfeller Center. La seconda. La bravura nel seguire – quasi in maniera filologica – la trama originale e, nel contempo, nell’inventarsi trovate divertenti e “credibili” per la versione in chiave moderna. Lo Spirito del passato, per esempio, è un taxista folle che usa il suo cab come macchina del tempo. Quello del Natale presente è una spassosa fatina un po’ bruttina e piuttosto manesca. Da non dimenticare l’intelligente e scanzonata ironia che pervade tutta la pellicola, vero antidoto alla possibile indigestione di zuccheri che una storia del genere porta con sé. La terza. Bill Murray (e dicendo così non servirebbero altre spiegazioni). È lui lo Scrooge del XX secolo, con le sue smorfie, con la sua faccia da schiaffi, il suo velenoso sarcasmo, il suo cinico distacco, il suo rifiuto per le smancerie e la sua misantropia. Queste caratteristiche sono il filo rosso contraddistingue tutta la sua carriera e che unisce tutti i suoi personaggi e i suoi film da Ghostbuster a Ricomincio da capo, da Lost in Translation fino a Brocken Flowers. Un genio!
Ultima annotazione. Non sfuggono i richiami (a cominciare dal titolo e dalla campagna promozionale dell’epoca) al supersuccesso Ghostbusters, uscito quattro anni prima (1984).
Dati film
Titolo: SOS Fantasmi Titolo originale: ScroogedRegista: Richard Donner Sceneggiatura: Mitch Glazer, Michael O'Donoghue (romanzo: Charles Dickens) Interpreti: · Bill Murray (Frank Cross)· Karen Allen (Claire Phillips) · Robert Mitchum (Preston Rhinelander)· David Johansen (Spirito del Natale Passato)· Carol Kane (Spirito del Natale Presente)Anno: 1988Paese: USAColore: coloreDurata: 101 minuti Genere: commedia Internet Movie Data base