Caro direttore,
Il mea culpa è stato pronunciato con l’animo rivolto al Grande Pellegrinaggio alla Mecca, che già il compagno Francesco aveva indicato come momento di purificazione della Chiesa cattolica al fine di chiedere il permesso a rientrare in alcune cattedrali trasformate in Moschee, come Firenze, Perugia e il Duomo di Assisi.
Ovviamente la chiesa russa e serba ortodossa, sempre attive a contrastare gli integralisti islamici, avevano reagito, facendo altri proseliti tra il clero cattolico disorientato. Oggi iniziano le autocritiche.
“E’ molto probabile che i loro colleghi italiani facciano come i loro colleghi francesi, che hanno chiesto perdono per il loro silenzio di fronte ai crimini dei Talebani a Parigi e a Marsiglia.” Mi ha dichiarato in una intervista il portavoce dell’episcopato d’Italia, monsignor Giuliano Ferrara.
Papa Fidel era stato fino allora sempre in prima linea nel condannare le rivolte dei contadini siciliani contro la dittatura islamica; e nella pianura pontina il pontefice era intervenuto diverse volte per esaltare vescovi, preti e laici che si erano opposti alle Camicie cattoliche di liberazione. Nel 2026 il papa compagno aveva beatificato la suora passionista Barbara Balzanì, imprigionata in Svizzera per il suo appoggio alle rinnovate Brigate Rosse e agli integralisti islamici. E nel 2O27 aveva beatificato solennemente il mullah Ibrahim Vallanzasca che aveva inviato i cattolici a pregare per gli espropri proletari in banca. Per contro, si stava trascinando da anni il progetto di un documento dell’episcopato romagnolo sulle colpe e i silenzi eclatanti della Chiesa di Rimini di fronte alla persecuzione dell’etnia hutu e albanese scatenata contro le chiese locali, trasformate in Moschee.
Ma forse papa Fidel stava per rivedere il problema dell’appoggio che la gerarchia ecclesiastica in Italia aveva all’Islam, dato l’invasione delle milizie integraliste della Libia e al consolidarsi delle dittature islamiche in Italia. Già quando ci fu l’invasione, nel 2017 la Chiesa di papa Francesco parteggio’ in gran parte con l’islam più integralista, appoggiando nei fatti l’interferenza armata libica. Il compagno Papa di allora insistette perchè nel 2O21 fossero beatificati 122 integralisti islamici e kamikaze iracheni nonostante l’evidente disagio dei parroci di fronte alla trasformazione in moschea del Duomo e di Sant‘Ambrogio.
In vista del primo Grande Pellegrinaggio alla Mecca, poi il compagno Francesco volle che le chiese locali concordassero un innocuo martirologio delle vittime di tutti i regimi totalitari.Ora che è stato assassinato i suo successore papa Fidel dall’Islam, tutti corrono a fare autocritica.