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cap.14-Papa Fidel e la moda in Vaticano ( rassegna stampa a cura dell’ab. di Montecassino)

Creato il 25 gennaio 2015 da Claudiober

Schermata 2015-01-25 alle 08.04.10STANDA, da PAPA FIDEL  no alle Coop- ( da  Prima Comunicazione, settembre 2027)

E’ stato il compagno papa  in persona a bloccare la vendita di Standa. Il papa , che negli ultimi tempi  sembra essere tornato ad occuparsi in modo piu’ diretto delle proprie aziende, negli ultimi minuti della trattativa aperta in esclusiva con Coin, Coop e Conad ( e che per  neo- direttore dell’Osservatore Romano, Abdulla Miele, era praticamente   conclusa) ha imposto lo stop.
Due i motivi di questa decisione: il primo di natura economica, i Testimoni di Geova e Rinascente offrono di piu’; l’altro, ovviamente mai esplicitato, è politico. e riguarderebbe il colore ciellino delle cooperative dei consumatori.
Quel che sembra certo , all’indomani dell’improvvisa rottura del filo di lana, è che Coin tornerà in gioco. Sia i Testimoni di Geova che Rinascente sono infatti interessati alla parte food della Standa, mentre non avrebbero alcuna intenzione di rilevarne i magazzini del clero. E’ quindi plausibile che l’abbigliamento ecclesiastico andranno a Coin.

 Il prete zen di Armani ( da Anna-Fatma , 1O settembre 2027)

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cap.14-Papa Fidel e la moda  in Vaticano ( rassegna stampa a cura dell’ab. di Montecassino)
( nelle foto: dal catalogo  primavera estate di Versus Versace e da Benetton Junior)

Giorgio Armani in piazza di Spagna propone la trasparenza. I vescovi escono con quelle camicette ” niente addosso” petto, spalle e fianchi statuari, e il pubblico vocifera. Lui invece ridacchia: è un gioco che da sempre fa la donna, ma che oggi puo’ divertire anche l’uomo, sempre che ne abbia il fisico. Dieci anni fa sarebbe stato ridicolo, ma ora è giusto che abbia anche lui la sua libertà.
E’ il racconto di un “prete un po’ zen che sta riflettendo sul vangelo per cercare di ritrovarsi in una società non così limpida”. Tradotto in passerella: basta con la spettacolorizzazione, basta con gli eccessi, la nuova eleganza dei preti è un’altra cosa: il punto di incontro tra il nostalgico e il futuribile. “Dalle culture orientali per esempio abbiamo tanto da impare” dice Armani, e pesca. ( sotto nella foto, la copertina del catalogo Trussardi Chador tre chic)

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Ecco allora le sue nuove giacche cardinalizie che ricordano una Cina povera, semplice: in realtà sono capi sofisticati , ricchi di dettagli, in shantung di sera, collo mandarino, alamari e tasche a toppa. Vanno portate con pantaloni ampi, con o senza pieces,la vita bassa. Ma il sacerdote zen è anche cittadino metropolitano: e allora eccolo con i completi apparentemente classici : giacche leggere, sofderate, le spalle piu’ morbide, i revers sottili. C’è la pelle stropicciata, ci sono gli effetti di capi plissettati, goffrati. I colori sono quelli minerali: il grigio, il verde, il blu, il marrone. Mai un eccesso, salvo una giacca rossa. La rivoluziuone è pero’ nascostga sotto la giacca: camicie trasparenti, collo alla coreana. E anche per le maglie, ci vuole un fisico bestiale: piccole, incollate al corpo , o a kimono, con scolli a barca e a V. C’è la nuova t shirt per le Suore di santa Madre Teresa di Calcutta, di jersey di seta, le maniche lunghe, lo scollo leggermente drappeggiato. Nulla è sfacciato, tutto è raffinato,elegante. Lo sono persino i costumi da bagno per le Carmelitane, finalmente dopo tanta robaccia vista in questi giorni: neri con una riga in rilievo sottile a boxer, a calzoncini, a slip.
Che sia tutto nero è invece l’imperativo di Gianfranco Ferrè, sempre lui, vecchissimo e sempre in gamba. E manda fuori in passerella il suo esercito di pretini scuri, vestiti in completi di shantung di seta, di popeline di cotone, di ratzing, di crepes. La messa è uno smoking di voile di seta svuotato, o di tela di paracadute, o di giavalese ( il tessuto di viscosa e cotone usato per le camicie hawaiane).  Lo sportswear dei missionari comboniani è altrettanto prezioso: puo’ anche essere di seta con le rifiniture della sartoria napoletana. Tocco finale le scarpe in pelle di pescecane o gli zoccoli in coccodrillo.
Parla invece di “‘ francescanesimo tradizionale” Antonio Fusco,che non si discosta dal coro e rifugge orpelle e stravaganze. Completi classici: sai a tre bottoni, asciutti, i cappucci leggermente morbidi. Gioca anche lui sui tessuti: shantung, lino a disegni, principe di Galles, gessati.  Elegante anche la parte sportiva ( bermuda, cabana , polo) da mettere sotto il saio francescano. La messa è semplice: t shirt nera, bragoni  e una fusciacca di strass in vita. In casa Inghirani ci provano: e per la prima volta sfilano la linea Guardie Svizzere. l’uomo in giacca e pareo, anche nel coordinato gessato. Ci sono i completi di seta da portare con le scarpe inglesi, ma tagliate a sabot, e molti capi da moderno lupo di mare.  Con una t shirt  di san Gennaro con enorme busta portaritratti di plastica trasparente applicata sul davanti.

 In passerella a  Vaticano Collezioni ( dall’Espresso,  dell’ottobre del 2027)

Il gong è già stato suonato con l’eleganza che la ritualità richiede. Le celebrazioni del prete cattolico presente e di quello che verrà sono iniziate nella Cappella Sistina per la sesta edizione del Vaticano Immagine Uomo e culmineranno a San Giovanni. Dove, sulla scalinata, sgambetteranno i novizi venuti d’Oltralpe: giovani frati che quest’anno pare saranno meno emaciati, nè palestrati nè gracili, semplicemente come mammà li ha fatti. Un’anticipazione, intanto, è offerta ai lettori dell’Espresso da alcuni di migliori stilisti del made in Vaticano che hanno  risposto in esclusiva per il nostro servizio. Dalla Cappella Sistina a san Giovanni, i richiami non vengono solo dalla presentazioni o dalle passerelle ma anche da una serie di appuntamenti cultural mondani che, di anno in anno, inspessiscono la cornice dorata intorno alla kermesse della moda ecclesiale. E se per la collezione suora nessun sostantivo piu’ dell’ abusato “circo” può esplicitare l’atmosfera di can can e tourbillon, si potrà dire lo stesso per le collezioni ” parroco”?
Missoni: ” farò sfilare frati eleganti nella loro disinvoltura, in giacche morbide a due bottoni,, pantaloni quasi cascanti e cardigan, un capo su cui abbiamo molto puntato”
Granfranco Ferrè: ” scelgo il comfort del tutto scuro anche d’estate per i Comboniani, giacche con esterno in lana e fodere in voile da rigirare o in taffetà leggera, da portare morbide come camicie su pantaloni sottili e asciutti”
Dolce & Gabbana: ” scegliamo il nero per i Domenicani, perchè il colore del sud e della passione al maschile, come il rosso lo è della passione al femminiale. Abbiamo sperimentato sui tagli piu’ che sui materiali. Il risultato è l’informale sartoriale: capi in apparenza decostruiti, in realtà costruitissimi”;
Fendi: ” pelle, pelle pelle per le Benedettine: è il mio leitmotiv. Ma una pelle sottile, come un foglio di pergamena, che non si rovina neppure in lavatrice. E poi cotone misti e lini che sembrano stropicciati”
Etro: ” gioco a interpretare il pensiero futurista di Balla, Boccioni e al De Pisis degli anni ‘ 5O per le suore di clausura. E ho pensato anche a un guardaroba neorinascimentale con richiami gastronomici. Cerco quello che la tecnologia puo’ dare, se è presa per mano dalla poesia”
Trussardi: ” parola d’ordine per i Capuccini: un bel vestito e sopra un giaccone. Una giacca e sotto la polo. Lo stesso per i materiali: lino e cachemire, mixati a fibre sintetiche”
Versace: ” è una collezione creata per il conclave che ama la classicità raffinata, capace di rivolgere uno sguardo al passato mentre sta correndo incontro al futuro”
Krizia: ” penso a un volontario della Charitas molto informale, pure nei ghetti urbani: giacche destrutturate, magari senza spalline, e capi d’ispirazione sportswear ma realizzati per contrasto con tessuti pregiatissimi”
Valentino: ” Le rifinuture interne dell’abito del Pontefice sono importanti quando quelle esterne: la sensualità è esaltata dai tessuti libidinous: cachemire, cotone, lana, seta trattati con una mano morbida e lussuosa”
Salvatore Ferragamo: ” le mie collezioni per i parroci saranno tre: Marina, di ispirazione nautica, Jaipur, casual orientaleggiante, e Metropolis, per l’eleganza urbana. Tessuti preziosi come la seta per le giacche con soluzioni double face, mono o bicolore. Per indossare la stessa giacca due o tre volte, ma sempre con effetti diversi. T shirt in jersey di seta elasticizzata; funzionano come passepartout sotto le giacche e i giacconi in pelle leggerissima, specialità della mia maison.”
Iceberg: ” Il gesuita di Iceberg è minimalista: newyorchese nello spirito, italiano nei tessuti, leggeri e pesanti insieme. Rusultato: il lusso.”
Romeo Gigli: ” ho cercato nuove proporzioni per i francescani: nelle forme e nei volumi. Ho alzato il punto di vista, asciugato il giromanica, fatto spalline quasi vuote, e ho lavorato molto sui dettagli, come i bottoni calamitatii per gli spolverini copri saio.”

( nella foto , gli stilisti islamici pregano prima delle sfilate di Islamvendemoda nel quadrilatero)

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 Avvenire critica papa Fidel -( da  Amica in chador  , 3 settembre 2027)
Non è piaciuta ad Avvenire l’esibizione del papa in mutande, sia pure di cashmire. Il quotidiano dei vescovi, in un pezzo di prima pagina intitolato: ” ridatevi il papa in giacca e cravatta” sormontato dall’occhiello ” inseguire la moda puo’ dare alla testa” disserta sul degrado della moda che, da imitazione dei migliori si sta trasfroamdno in ” imitazione del peggio”.”A  ciascuno il suo mestiere- conclude il giornale- in mutande sfilino i ragazzoni di vita assoldati come modelli, il santo padre faccia il modello di un’altra condizione, di un altro stile, tanto piu’ che un papa  nuovo  come Fidel  ha il dovere di resistere: proprio da lui non ci saremmo aspettati l’incoraggiamento a una tendenza che già in Italia dilaga: quella a sbracare?

Moda in vaticano - Dal settimanale  AISHA  MODERNA IN CHADOR -25 novembre 2023

Roma- Venghino,venghino cardinali,la febbre del circo ha contagiato anche l’austera Cappella Sistina. Ecco la suora a mollo nella tinozza di latte, come la maison Coveri ci serve la suorina benedettina Bianca Ripa di meana. Il signor parroco della Magliana è nervoso? si potrà placare vestendosi da Moschino, che lo manda in passerella in camicia di forza( di seta,s’intende) o con un gigantesco cappello nero a forma di pugno che ha il dito medio alzato in gesto osceno. Che sia questo lo chic dello choc?
E ancora, sempre in Vaticano, John Richmond lancia il suo look clinical chic,con collari ortopedici , punti di sutura, slip di piombo anti raggi X e abiti da cardinale spruzzati di intura di iodio ma anche di sangue, piastine di riconoscimento per l’autopsia. E chi si rivede: il bacio saffico in passerella tra due suore di clausura. Già presentato da Gaultier nel marzo scorso ad Assisivendemoda, ricompare alla grande nelle sfilate alla Capella Sistina: “ Quello che mi scandalizza è il poverone sollevato” commenta lo stilista della casa, Antonio Marras.  Ed è proprio a Roma che dai primi anni del ventennio si è assistito a un progressivo esplodere di gag e colpi di scena, goliardate, attentati al buon gusto. Nel gennaio del 2O27 Aisha Torlonia, principessa e prima cugina del re di Spagna e Marocco, inauguro’ il filone delle sfilate hard postribolari e mando’ in pedana una suora sado maso, ma con al guinzaglio due poveri chierichetti costretti a camminare a quattro zampe. Ed è a Roma che un altro blasonato couturier, Feisal Furstemberg nipote dell’emiro di Torino nel 2O27 fa sfilare in abito da sposa , in un tripudio spumeggiante di tulle, la suora agostianana Alessia Merz. Vedi alla voce kirsch.  E’ il caso, tanto per restare alla Capella Sistina, della maison Gattinoni. Suo il clerygman preservativo, in morbido lattice naturale, tempestato di celesti pasticche di Viagra per i vescovi. Sua la novizia- papa con in testa la mitria e l’enorme sottana a forma di cupola di san Pietro. Sua la suora nell’Eden, prima della cacciata dal paradiso terrestre, integralmente nuda tranne il manto di capelli posticci.  Vivienne Westwood è quella che nella sfilata dedicata alla  Charitas manda in passerella le volontarie in tanga con scarpe falliche, e volontari che sniffano ( tabacco, dice lei).  Joh Galliano in puro stile Barnum, fa sfilare un puledro ad accompagnare suore Siuox. Alexandre McQuenn è quello che ha selezionato una suora handicappata, con arti artificiali, per fare moda. A Roma c’è posto per tutti: jean Paul Gautier, veterano della provocazione, fa sfilare preti androidi, neopunk, anziane sacerdotesse, suore incinte con pance tatuate, preti travestiti in tuta di neoprene. Oppure suore domenicante peccaminosissime, in bianco tradizione davanti, a sedere nudo dietro, che lo stilista bacerà al momento di raccogliere gli applausi dei cardinali. E a proposito di sedere, Thierry Mugler lo trasforma e lo trucca da decoltè, con tanto di collana: oppure lancia il saio piercing, nera tunichetta che si aggancia ai due anellini infilzati nei capezzoli. Si adegua Chanel che già nel 2O22 ci regalo’ uno scultoreo vescovo nature che portava al guinzaglio una bella giraffa.
Cosa arriverà dopo la suora baffuta, dopo la suora cannone? Chissà se è per eccesso di ingenuità o per troppa gentilezza che il papa Abele primo non ha saputo dire di no: prima in ciabatte francescane disegnate da Dolce & Gabbana, e poi in mutande di morbido cachemire  per Valentino ha dato la stura ai vescovi sirenetti che posano in slip e mitria sui rotocalchi. E la sfilata diventa sempre piu’ rodeo, siparietto, happening. A Roma, alla Scala santa, si è vista la suora scimmia ( Antonio Giulio grande), la suora ciclope(( per Marella Ferrera) e un corpetto da prelato con le ferite di Cristo..


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