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Grazie dei fiori, questo è il titolo dell'attuale progetto delle (St)renne, che si propone di esplorare un ingrediente delicato e aromatico.
Naturalmente per utilizzare i fiori commestibili bisogna seguire qualche piccolo accorgimento. Le persone che soffrono di allergia ai pollini farebbero meglio a consultare il medico prima di consumare pietanze con i fiori e naturalmente bisogna accertarsi quali siano i fiori commestibili. Qui, qui e qui ad esempio potrete trovare informazioni utili al riguardo. E' ovvio e quasi superfluo raccomandare di usare fiori biologici, rigorosamente non trattati con pesticidi. No quindi ai fiori appena acquistati o provenienti dai mazzi dei fioristi, ad esempio. L’ideale naturalmente sarebbe avere un giardino dove coltivare i nostri fiori, ma anche chi come me vive in città può organizzarsi con i vasi in balcone. Acquistare le piante desiderate almeno 2 mesi prima di utilizzarne i fiori, in modo da essere certi che i boccioli non siano stati trattati con sostanze tossiche. Vi sono anche dei produttori di fiori biologici per uso alimentare che forniscono abitualmente i ristoranti e a cui ci si può rivolgere in tutta sicurezza: una ricerca su internet ci darà il nome di quello più vicino a casa propria. Il momento migliore per raccogliere i fiori è la mattina oppure la sera, quando il loro contenuto idrico è più alto. I fiori vanno usati quando sono al picco della fioritura e il loro profumo è al meglio. La parte commestibile è costituita dai petali (unica eccezione: lo zafferano). Prima di utilizzarli, i fiori vanno sciacquati delicatamente in acqua salata, quindi immersi per 1 minuto in una ciotola con acqua e ghiaccio, e stesi su un tovagliolo di carta bianco. Eliminare la parte bianca finale dei petali, che spesso ha un sapore amaro. Vi ricordo che la prossima settimana ci passeremo ancora il testimone con le altre (st)renne, (lunedì Menù Turistico, martedì Assaggi di Viaggio, mercoledì Cardamomo & Co., giovedì Cuocicucidici e venerdì io) mentre dal 28 maggio potremo tutti gustare le preparazioni fiorite delle Strennine, vincitrici della tornata di marzo del contest di Stefania: Roberta di La valigia sul letto, Patty di Andante con Gusto, Eleonora di Burro e miele, Roberta di Le chat egoiste e Mai del colore della curcuma.
Questa ricetta mi ha riportata indietro agli anni ’80, quando si metteva la panna dappertutto; mi ha ricordato inoltre la Clam Chowder americana, una zuppa a base di capesante e panna, a dimostrazione del fatto che non è detto che pesce e latticini non vadano d’accordo. E’ semplicissima, deliziosa e di grande effetto. CAPESANTE CON SALSA DI PANNA AI FIORI DI ERBA CIPOLLINA (Da: L. Cagnoni, M. Ceriani, S. Rugiati – I Fiori – Monografie del gusto)
Per 4 persone:
20 grosse capesante 2 patate Fiori di erba cipollina 500 ml panna fresca 60 g burro 1 rametto di timo ½ spicchio d’aglio Sale Pepe
Versare la panna in una casseruola, unire il timo e l’aglio, mettere sul fuoco e ridurre della metà, facendo attenzione a non farla sobbollire. Filtrare, regolare di sale e pepe e tenere in caldo.
Lessare le patate con la buccia in abbondane acqua salata, scolarle, lasciarle intiepidire, quindi pelarle e tagliarle a fette spesse circa 1 cm.
Pulire e sgusciare le capesante lavandole molto bene per eliminare l’eventuale sabbia. Eliminare il corallo e la parte dura del piede. Scaldare il burro in un tegame e cuocere le capesante per 2 minuti, girarle, cuocerle un altro minuto. Salare i molluschi e adagiarli sulle fette di patate ancora calde. Sistemare nei piatti, colare la salsa al timo e cospargere di fiori di erba cipollina.
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