Capire i media. Gli strumenti del comunicare – Marshall McLuhan

Creato il 18 ottobre 2012 da Maxscorda @MaxScorda

18 ottobre 2012 Lascia un commento

Infine si arriva a McLuhan. Troppo, troppo citato per decidere di ignorarlo a lungo, spesso lo si legge a sproposito e proprio per questo, serve andare avanti ed approfondire. E’ vero che la sua scrittura costruita su concetti fulminanti e perentori ben si presta all’aforisma che ben si sposa con la tendenza odierna a liquidare un argomento con poche parole come se una frase efficace esaurisse un argomento, ma dietro la battuta c’e’ un ragionamento spesso complesso ma sempre giustificato, raramente appeso a dubbi o interrogativi.
E’ anche vero che egli per primo faccia ampio uso dell’aforisma e della citazione, dell’estratto e della frase ad effetto ma sempre nell’ottica del maggior risultato col minor sforzo, piu’ per un appoggio teorico che abbrevi spiegazioni prolisse. 
Si tratta anche di seguire concetti con un certo grado di fiducia, ben riposta se a cinquanta anni di distanza e’ piu’ che mai attuale, preciso al limite della divinazione, segno in realta’ di una solidissima base teorica sulla quale appoggia l’intero discorso.
"Il medium e’ il messaggio" e’ la frase iconica attorno alla quale ruota l’intero libro e sono inutili altre spiegazioni per quanto il testo sia da studiare ed analizzare con minuzia certosina. Del resto non si contano coloro che usa McLuhan come arma contundente da opporre contro la televisione demone e madre di ogni male per quanto e cio’ sia ben chiaro, chi usa McLuhan per giustificare livore contro un medium, e’ cretino lui o tratta da cretini voi.
Ebbene McLuhan non inveisce contro la televisione dal momento che la sua disamina non riguarda un medium specifico, quanto l’interazione tra questi e come si evolvono gli scontri di potere mediatici.
Nel suo essere teorico si evince la straordinaria e sorprendete vitalita’ ed attualita’, potenza di un pensiero che in quanto astratto e cristallino, si applica oggi come ieri ai nuovi rapporti di forza che a suo tempo non potevano essere certo prevedibili. Inutile precisare che la televisione era negli anni ’60 la nuova onda pronta a spazzare i precedenti veicoli di messaggio, pericolosa e dominatrice non in se’ quanto nella sua esperienza totalizzante.
Media caldi e media freddi, ecco l’altro concetto cardine che divide nettamente il mondo dell’informazione e se la TV un po’ a sorpresa e’ definito un medium freddo in quanto obbliga ad un piu’ alto livello partecipativo, e’ oggi un concetto non superato ma decisamente ridotto in considerazione dalla nascita del personal computer ed internet ovviamente. Ecco quindi che leggere McLuhan di questi tempi, significa trovare spiegazione delle dinamiche tra media e persone anche su qualcosa a suo tempo inimmaginabile e senza dubbio si candida a guida anche per cio’ che rendera’ internet come lo conosciamo, obsoleto.
Confesso di essere rimasto incantato dalla completezza del trattato e dalla sua solidita’ teorica. Limitarsi come ho fatto in questi anni ad estratti e ad infiniti commenti sul testo, ovviamente fornisce uno spaccato abbastanza preciso del contenuto ma non aiuta nel comprendere l’immenso lavoro compiuto dall’autore nella comprensione della civilta’ prima e dopo Gutenberg.
Ho trovato il libro non solo attuale ma fondamentale nella comprensione dell’oggi e persino del domani, superato in pochissime sue parti e laddove certe previsioni appaiono persino errate, non cambia l’impostazione di solidissima precisione, quasi una magia che deve fin fondo tranquillizzare sul fatto che a ben vedere il re e’ nudo, fin troppo facile quindi evitare i suoi dettami e scavalcarne agevolmente le regole.


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