Di cosa parliamo oggi? Del formaggio piemontese, falso e cortese???
No. Non disquisiremo affatto di questo. ;)
Chi lo conosce, lo sa. Al Marte piacciono immensamente i "roguelikes" ed, in generale, tutti quei videogames incasinatissimi caratterizzati da cento miliardi di dati organizzati sullo schermo mediante una veste grafica minimale o praticamente inesistente che, nel complesso, li fa sembrare dei giochi vecchi di millemila anni anche se sono stati programmati tipo domani... :D
Della serie: se non son strani, nemmeno ci gioca... Che il Marte, fondamentalmentente, se ne stracatafotte con doppio salto mortale all'indietro carpiato (coefficiente di difficoltà: 3.0). Ciò nonostante, il resto del mondo no... Gli altri, a dettagli insignificanti tipo "la grafica!" o "gli effetti sonori!!!", ci badano anzichenò! ;)
Quindi, mentre il Marte si sfonda di "Moria" senza fare una piega...
Puro "DOS", direttamente nella finestra del "terminale"...
...Il resto dell'utenza videoludica approccia il progenitore del genere "dungeon crawling" prevalentemente tramite "Angband" e tutti i suoi cloni (tra i quali giganteggia l'eccelso "NPPAngband"; un "mash-up" d'una qualità inenarrabile ed inversamente proporzionale solamente alla raffinatezza della sua "homepage"!!! ;) ).
"Angband" in finestra, con il "tileset" 64*64 by "ShockBolt".
...Ed in fondo è giusto così. L'austerità e l'astrattismo di un videogame che ha sulle spalle quasi trent'anni di storia (l'originale risale infatti al lontano 1983...) si reincarna in un'interfaccia più moderna che muove altresì qualche timido passo verso la semplificazione del "gameplay", concedendo all'utente perfino il lusso di poter cliccare qua e la con il "mouse"! (Si... Ma non esageriamo! Siamo pur sempre alle prese con un "roguelike" ed è doveroso imparare a memoria tutti i tasti... Che altrimenti poi noi puristi vi veniamo a cercare per spezzarvi le falangine!!! ;) ).
Ad ogni modo, nonostante tutto, l'atmosfera rimane complessivamente quella dell'originale e tutte le meccaniche si conservano intatte nella loro intricata ed affascinante farraginosità. E questo, se per il Marte è un bene, per il resto del mondo non so mica... ;) Si, perché il marchio di fabbrica del genere (da "Rogue" in avanti) è uno ed uno solo: la complessità del gioco innanzi tutto! :D Della serie: gli oggetti sono tutti sconosciuti e li devi identificare o provare a tuo rischio e pericolo. Il tuo "PG" deve mangiare con regolarità o rischia di morire di fame. I sotterranei sono oscuri e tenebrosi e se non ti organizzi, in breve ti ritrovi ad aver a che fare con una schermata nera... Infine i comandi. Ah! I comandi!!! Croce e delizia di ogni appassionato del genere. In tal senso, l'utente deve ricorrere a decine di combinazioni di tasti per far compiere al suo "alter ego" delle azioni come bere una pozione, usare una bacchetta magica o leggere un libro... Che il quindicenne brufoloso che arriva su "Angband" dalla "ScatolaX 360" e c'ha in testa la teoria del "pigio un bottone per usare un oggetto dello zaino", rischia l'embolia cerebrale!!! :) ...E quando realizza che praticamente deve "scrivere", utilizzando tutta la tastiera, per controllare il gioco, facile che manda a quel paese "Moria", "Marte" e "Concetto Piramidale" al grido di: «Se volevo redarre "Il Signore Degli Anelli" invece di giocarlo, installavo "Office"!!!». :D
In effetti, son problemi mica da ridere. Prigionieri nella loro granitica struttura, questi videogiochi rischiano di rimanere sempre e costantemente relegati nella loro nicchia... Ma è davvero impossibile mediare tra le esigenze del bimbominkia di turno e la complessità di un sistema che s'è
"T.O.M.E.", ci prova. ;)
"T.O.M.E.".
"Tales Of Maj'Eyal" (che in italiano suona abbastanza male... :D ) è molto probabilmente la risposta alla domanda precedente.
Se dovessi definirvelo con un aggettivo, vi direi senz'altro che "T.O.M.E." è un videogioco "lussureggiante" caratterizzato da una veste grafica più che dignitosa (derivata dal succitato "ShockBolt Tile Set"... ;) ) e da una giocabilità che spariglia prepotentemente le carte del genere. In primo luogo, il canonico "dungeon" da esplorare in progressiva discesa lascia spazio ad un vasto mondo costellato da città ed aree esplorabili di svariati generi. Secondariamente, l'interazione uomo-macchina esce anch'essa dal canonico "seminato" e ci propone una comoda interfaccia utente con pulsanti ed "hot keys" personalizzabili che consentono all'utente di gestire la stragrande maggioranza degli aspetti del gioco via "mouse". Come se tutto questo non bastasse, molteplici aspetti tipici del genere "roguelike" sono estremamente mitigati o addirittura non trovano applicazione in "T.O.M.E.", con il risultato che il suo "gameplay" si destruttura, attestandosi su un livello decisamente più arcade. Qualche esempio? La "permadeath" lascia spazio al concetto delle "vite". Il nostro "alter ego" non mangia (o, perlomeno, questo aspetto della sua vita non viene simulato... ;) ). Le fonti di luce non si esauriscono e così via... "Last but not least", il sitema di controllo del tutto si semplifica di conseguenza! Morale: molti meno tasti da memorizzare, molti più neuroni da impiegare per evitare di lasciarci le penne! :)
Detto questo, "T.O.M.E." è un bene o un male, nel contesto del genere "roguelike"?
Sinceramente non saprei dire... Senz'altro è un "RL" molto diverso dal solito! :)
Provatelo e fatemi sapere! :)