Capitalismo, fascismo e comunismo

Creato il 09 novembre 2012 da Zeroconsensus

I <<realisti>> negano il problema. La loro risposta è la guerra. Dubito loro sappiano quando dicono e che rispondere così, per non usare mezzi termini, siano in possesso delle loro facoltà mentali. La loro mente è fortemente annebbiata dall’interesse, da un interesse esasperato e capace di tutto, per il mantenimento integrale e senza concessioni della <<libertà>> che essi vogliono, della forma economica capitalista nel suo aspetto più logoro ed inadeguato. L’ostinazione implica sfiducia nelle capacità di sviluppo di altre forze e di altri sistemi. per esempio in quelli della rivoluzione russa, il cui collettivismo sarebbe una volta per tutte nemico acerrimo e mortale dell’umana tradizione dell’Occidente, e la cui coercizione totalitaria non si differenzierebbe in nulla da quella fascista e nazionalsocialista. Se tra il carattere totalitario del socialismo russo e del fascismo non esiste alcuna differenza, si può allora sapere da dove venga la risolutezza unanime con cui ovunque nel mondo capitalista si preferisce il terrore fascista a quello comunista, il palese proposito capitalista di accettare più volentieri l’uno anziché l’altro? La rivoluzione russa, come una volta la grande francese, è un processo storico che si svolge in fasi di cui l’ultima è appena avvenuta. E’ così irrazionale voler colpire fra grida di scherno una di queste fasi con l’altra, comè irrazionale credere lo stalinismo formi l’immutabile fase finale del processo rivoluzionario. Porre sullo stesso livello morale il comunismo russo e il nazi-fascismo, perchè entrambi sarebbero totalitari, nel migliore dei casi è superficialità, nel peggiore è fascismo. Chi insiste su questa equiparazione può presentarsi come democratico, in verità e nel fondo del cuore egli è già fascista, e di sicuro combatterà il fascismo in apparenza e ipocritamente, ma con tutto l’odio soltanto il comunismo.

Nel rapporto del socialismo russo e del fascismo con l’umanità, con l’idea dell’uomo e del suo futuro, le differenze sono incommensurabili. La pace indivisibile, il lavoro costruttivo, il giusto guadagno; un consumo comune dei beni della terra; più felicità; meno sofferenza causata solo dall’uomo ed evitabile; un elevazione spirituale del popolo attraverso educazione, conoscenza, formazione: tutte queste sono mete diametralmente opposte alla misantropia fascista, al nichilismo fascista, al piacere fascista di umiliazione e alla pedagogia fascista d’istupidimento. Il comunismo come la rivoluzione russa cerca di realizzarlo, in particolari condizioni umane, e nonostante tutti i segni di sangue che potrebbero confonderci e in sostanza – e molto al contrario del fascismo – un movimento umanitario e democratico. Una tirannia? Lo è. Ma una tirannia che elimina l’analfabetismo, lo sappia o meno, non può essere intenzionata nel cuore a rimanere una tirannia.

Thomas Mann, tratto da “A David McCoy” in “Pace mondiale e altri scritti“, Napoli 2001



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