A distanza di 30 anni, ritorna Capitan Harlock, qui rivestito da abiti sfarzosi e da un look tutto nuovo, ma incapace di sorreggere da solo un racconto poco appassionante…
Giunto in occidente tempestato di plausi e di entusiasmo, Capitan Harlock ha suscitato curiosità e scalpore fin dai primi trailer in cui si è mostrato, rilucendo per un'animazione in computer graphics curatissima e per il ritorno di uno dei miti dell'infanzia degli anni '70. Ponendosi come seguito della serie (manga e anime), il nuovo capitolo del Capitano pone alle sue basi un discorso di palingenesi. L'obiettivo di Harlock è infatti quello di azzerare il tempo sciogliendo i nodi temporali dell'universo, rimediando così agli errori dell'umanità (e ai propri). La disperata ricerca di una rinascita e di una catarsi è dunque il discorso preponderante che sorregge il film, capace di mostrarsi anche tramite un confronto generazionale tra l'eroico protagonista ed il giovane Yuma, quest'ultimo incaricato di prendere tra le mani il testimone e con sé la fiaccola della giustizia. Peccato che il messaggio di Aramaki e Matsumoto (rispettivamente regista e sceneggiatore) debba passare attraverso quella selva caotica che è la sceneggiatura, così precaria e flebile da aspirare tutta l'anima al film. I personaggi sono tutti, indistintamente, piatti, privi di motivazioni, fascino e carisma. Non li si comprende, li si vede passare sullo schermo e basta. Sono macchiette detestabili, tra le quali Harlock diventa tanto fuori posto da essere praticamente accantonato. Dalle loro bocche escono solo discorsi posticci e attaccati con lo scotch, pervasi però da quella presunta serietà (incredibilmente ed involontariamente ironico è l'utilizzo
dei termini scientifici) che rovescia le carte e ridicolizza ogni cosa. L'errore più grande nel quale sembrano essere incappati gli autori, sembra essere quello di aver voluto dire troppe cose, non considerando però la propria abilità nel farlo. Nelle quasi due ore dell'opera l'un
ica cosa che arriva allo spettatore sono le battaglie navali e gli scontri fisici, tra l'altro anch'essi ripetitivi, stiracchiati e poco ispirati.
Delle grandi aspettative che l'hipe generale aveva creato, Capitan Harlock riesce a colmare solo quella dell'aspetto visivo. Spettacolare ma vuoto, il suo è un guscio che non riesce ad entrare nel cuore del pubblico. Un'opera finta e sfarzosa, della quale probabilmente neanche i nostalgici fan degli anni '70 sentiranno il bisogno.AVVENENTE GUSCIO VUOTO
Elia Andreotti
Regia: Shinji Aramaki – Cast: Shun Oguri, Haruma Miura, Miyuki Sawashiro, Toshiyuki Morikawa – Nazione: Giappone – Anno: 2014 – Durata: 115'
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