Capitolo 30

Da Blackvinylblues @blackvinylblues

12 Aprile 1984

Buio. Senza neve. Ormai l’inverno era in dirittura d’arrivo. Era strano muoversi senza avere paura che si scivolasse, anche se il freddo si sentiva ancora.
Arrivati al luogo stabilito, potevamo fare tranquillamente lo scambio, serviva solo che arrivasse il segnale.
Avevo addosso l’eccitazione elettrica della prima consegna, finalmente ero uno del gruppo, ero finalmente un effettivo.
Eravamo io, Ralf e Florian. Marty era a casa perché, diceva Florian, non si sentiva ancora pronta.
Arrivò il nostro contatto. Due colpi di fari e uno di clacson.
Florian gli porse i vinili e prese le banconote.
Se non ricordo male, io avevo selezionato qualcosa dei Police e di Bruce Springsteen. Il contatto era soddisfatto.
Florian, appena tornato in macchina, dice: – Domani andremo a rifornirci.
Indicava i soldi.
Erano stranamente marchi tedeschi, nonostante la valuta dell’Est non fosse quella.
Lo feci presente.
- Non ti preoccupare, sappiamo bene anche dove li prendono. Sono residui di quando non c’era il muro e passavano più facilmente soldi e merci da qui. Ora non è così facile, ma ancora possibile. Vedi noi.
- Capito. Comunque secondo me vi fidate troppo. Dopotutto potrebbero essere spie.
- No. Li conosco. Ti ho detto di stare tranquillo.
- E come li conosci?
- Ci siamo trovati a Mosca, tre anni fa. Lui voleva i dischi, penso anche per soldi. Io volevo che la musica si diffondesse, e vendere dischi. Avevamo un obiettivo comune.
- I soldi, vedo.
- Non è bello che tu dica questo.
- Scusa.
Florian esce dall’auto, e torna dal contatto.
Gli porge due dischi. Quando torna in macchina, li vedo. Sono due greatest hits dei Queen, ma sono strani, mai visti.
- E’ una versione per il mercato della Germania Est. Non ci crederai, ma da questa parte del muro sono molto ricercate le versioni di dischi del blocco sovietico, spesso sono compilation mai viste, o peggio censurate.
- Quindi i soldi non c’entrano?
- I soldi c’entrano per far andare avanti la compagnia. E’ un affare come altri, ma devi ricordarti che noi portiamo il rock dove non c’è, o dove lo vogliono tenere sotto controllo. Non puoi tenere sotto controllo il rock.
Queste parole mi convinsero definitivamente che era giusto così, dovevo contribuire anche io a far andare avanti il progetto.
Imboccammo la strada, e ricominciò a nevicare. Forse l’inverno non era ancora finito.



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