La metro, grande invenzione. Probabilmente è il mezzo più usato a Milano.
Iniziare la mattinata sotto terra ma da vivi, non è che sia un brillante ed emozionante inizio di giornata!
Bene, scendete le scale sotto la grande M e raggiungete in primo pericolo: i tornelli! Questa diavoleria inventata da qualche sconsiderato uomo senza scrupoli sconvolge ogni giorno la vita di milioni di persone... Potete notare come sono allegri i milanesi di prima mattina: Davanti a voi c'è la fila perché una signora che non riesce a mettere il biglietto. L'uomo in giacca e cravatta dietro di lei prontamente "guardi che forse se lo mette nel senso giusto... vede c'è una freccia enorme! Va beh, dia qui che faccio io!" Con voce scocciata da "guarda questa che idiota che mi fa perdere tempo!" Questo già se vi va bene! Ci sono volte in cui chi cerca il biglietto lo fa esattamente davanti al tornello, beccandosi qualche spintone e qualche frase come "guarda che deficiente questa!" (Sì, anch’io m’incazzo se qualcuno occupa un tornello per cercare il biglietto)
L’aria è piena di fretta… non si capisce perché tutti abbiano fretta: dalla signora con il passeggino (quella con numerosi cadaveri lasciate sulle strade milanesi) alla vecchietta 90enne o all’uomo giacca e cravatta.
Ponendo riusciate a superare i tornelli, il che non è propriamente scontato, vi troverete a dover scendere delle scale…
Al primo rumore pseudo-metallico della metro ecco, come uno sparo del giudice dei 100m, tutti che schizzano dai loro posti come molle, correndo sui gradini e facendo lo slalom tra i poveri ed ignari turisti. L’atmosfera è tesa, come una gara, si vedono gli uomini incravattati che con l’aiuto della 24 ore si direzionano tra la folla “sinistra, destra, destra, sinistra, busta della spesa, destra, passeggino, sinistra…” Corrono, saltano, parlano al telefono facendo conference call e discutendo dell’incremento obbligazionario o di quale sistema informatico utilizzare per una qualche strana società.
Arrivi finalmente anche tu al binario, la metro ha già chiuso le porte e vedi lo sconforto nelle facce degli incravattati… Li vedi agonizzanti che si siedono sulle panchine sbottonandosi lo sbottonabile per non morire di caldo e per evitare la sauna. Li vedi, sono depressi e disperati, dopo i primi trenta secondi cominciano a controllare tutte le email sullo smartphone che avevano messo in tasca per poter essere più scattanti nella corsa…
La folla aumenta, la banchina freme, il rumore del cavallo di ferro è nuovamente orecchiabile…
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