Capitolo 61

Da Blackvinylblues @blackvinylblues

“Benvenuti a Hof” dice la voce dall’altoparlante.
“Che déjà-vu.” Penso io. Poi sogghigno tra me e me. Penso che mi abbiano guardato tutti come un coglione.
Prendo una stanza al solito albergo. Questa volta è la 312.
Decido di telefonare subito. Non mi tolgo nemmeno il cappotto.
- Pronto?
- Sono io. Perché mi hai detto stronzate?
- Ah. Ciao. Comunque ti cercavo, sono nella merda.
- Ci puoi giurare, sono incazzato.
- Ma non per te, cose me ne frega. Sta arrivando Klaus a farmi la pelle. So che ormai è finita. Ti sto lasciando una traccia che puoi ascoltare solo tu. Cerca la Bibbia.
- Dove sei?
- Sono nell’albergo vicino alla stazione.
- Cazzo. Anche io.
- E’ inutile. Ormai è arrivato. Ricordati la Bibbia, io cerco di scappare dalla finestra. Ciao.
- Ciao.
Appena appende il ricevitore, sento tre botti, come se qualcuno avesse sbattuto la porta tre volte.
Brutto segno.
Mi precipito al piano inferiore, e trovo una porta aperta. Dentro c’è il corpo di Paul.  Tre colpi al cuore. Come Franz Stein. Come Johnny Smuzdzak.
Dico alla reception di chiamare un’ambulanza e la polizia, e di andare nella stanza 211.
Arriva la cameriera e urla. Svenendo mi chiede: “L’hai ucciso tu?”
- No. – rispondo.
- Non ci credo. – fa lei.
- Vaffanculo. – finisco io, adagiandola a terra, sollevandole la testa con un cuscino.
Io entro, cercando di fare in fretta. Devo cercare la Bibbia.
Il comodino! Ovvio. È lì che di solito c’è la Bibbia, negli alberghi. Simpatici Gedeoni.
Lì trovo una musicassetta. Paul mi conosceva più di quanto immaginassi.
Faccio finta di essere un dottore, mentre arriva la receptionist.
- Cosa ci fa qui? È una scena del crimine.
- Sono un dottore.
- Ma lei non li vede i polizieschi?
Vorrei rispondere “Ne sto vivendo uno”, ma evito.
Lei continua:
- Ma allora? Che cosa fa lì? Inquina le prove.
- Controllavo se fosse davvero morto.
- Con tre buchi nel petto? Fermo? Tra un po’ perderà controllo degli sfinteri e ci sarà da divertirsi.
Oddio. Meglio andare. Invece no. È arrivata la polizia. La cameriera si è ripresa.
Mi faccio avanti.
- Ho trovato io il cadavere.
- Mi dica tutto.
- Ero nella mia stanza, la 312. Ho sentito degli spari al piano di sotto. Sono venuto a controllare e c’era questo. Siccome sono medico…
- Ah è medico? Della zona?
- No, sono estero, come può sentire dal mio accento.
- Ok, dica.
- Siccome sono medico, ho constatato il decesso. Poi sono uscito, evitando di toccare qualsiasi cosa.
- Bene, ora venga in centrale a firmare il verbale.
Maledizione.