Questa volta nessuna ironia. Sto parlando di un VERO capolavoro letterario. Leggi un libro come “Grigio” della scrittrice Caterina Saracino, e capisci immediatamente, una volta di più, che i migliori talenti sono sempre quelli che restano, misteriosamente incompresi, mentre proliferano i Fabio Volo, le Melisse P. con le loro torture letterarie, affiancate a libruncoli come Figabook, Il Manuale delle giovani mignotte e Gli uomini preferiscono le stronze.
“Grigio” è poesia allo stato puro, un turbinio di sentimenti autentici che prendono vita grazie alla penna brillante e delicata di Caterina Saracino, autentica rivelazione e genio (davvero) incompreso dagli addetti ai lavori di alto (?) livello.
Un romanzo gentile e struggente, dove i sensi di colpa dei vari personaggi ricamano una storia che avvinghia, emoziona e commuove.
Lo stile di Caterina è una continua sorpresa, e ogni passaggio del libro è una carezza a chi è immerso nella lettura.
L’epilogo della storia raccontata è solo un dettaglio che può piacere o meno, in base alle proprie personali sensazioni. Ciò che conta è il messaggio che ha voluto lanciare la scrittrice, attraverso le storie dei vari personaggi: nulla si perde, nulla è perduto, nulla è mai definitivo, nell’immenso oceano delle proprie esistenze, ma la ciambella di salvataggio è una e ha un solo nome: Amore.