E dopo dopo ore di macchina e centinaia di chilometri di steppa quasi ripetitiva si giunge sopra un promontorio tufaceo, silenzioso e spopolato.
Sembra un luogo indipendente dal mondo, dove la natura decide da sola le proprie forme. Morbide, colorate, avvolgenti.
Vi è mai capitato di respirare serenità in un posto che, in realtà, non è per nulla di familiare? E’ quanto mi è capitato a Uchisar, in Cappadocia. Quando arrivi sul suo promontorio non hai il coraggio di parlare. I tuoi occhi non ricordano di aver mai catturato quei colori. Altrove quella serenità che percepisci appena arrivi non esiste.
Il suo castello che sovrasta i camini delle fate, la valle a perdita d’occhio, il battito cardiaco che si placa, la difficoltà nel trovare parole adeguate….
Nostalgia.
Consiglio: cercate di salire in cima all’ora del tramonto. Lasciate la macchina nella piazzetta del paesino, ai piedi del promontorio, e raggiungete in pochi minuti il castello. Vale la pena pagare le poche lire turche previste per salire quassù (ci sono diversi scalini da fare e per i bambini piccoli non è proprio il massimo).