Cappuccetto rosso deve piangere di Beate T. Hanika

Creato il 13 maggio 2012 da Nasreen @SognandoLeggend

Beate T. Hanika

Beate Teresa Hanika è nata a Regensburg nel 1976. Cappuccetto Rosso deve piangere, suo primo romanzo, ha riscosso grandi consensi di critica e pubblico in Germania e ha vinto numerosi premi tra cui il prestigioso Oldenburg come migliore opera young adult dell’anno.

Titolo: Cappuccetto rosso deve piangere
Autore: Beate T. Hanika
Serie: //
Edito da: Elliot
Prezzo: 16 
Genere: Romanzo,Narrativa
Pagine: 175
Voto:

 

Trama: ”Mi chiamo Malvina e ho quattordici anni. Sono Malvina, la Custode della Giustizia, la coraggiosa Malvina, che ha la forza di spiccare il salto anche quando non vede il fondo del baratro. Ho spiccato il salto, e sotto c’erano Lizzy, Gas, la signora Bitschek, la mamma di Lizzy e persino Anne. Gli altri si sono tirati indietro. Paul, per esempio, e i miei genitori, che si sono vergognati per quel che è successo, lo so che non devo vergognarmi. Lizzy e Gas mi hanno mostrato come si fa. Un giorno dopo l’altro. Non mi hanno mai lasciata sola”, Malvina, moderna Cappuccetto Rosso, è la protagonista e la voce narrante di questo romanzo di formazione, che ha i toni di una favola contemporanea. Il suo mondo è allo stesso tempo quello fatato dell’infanzia e quello, misterioso e incerto, dell’adolescenza. Malvina va spesso a trovare il nonno, ma non c’è un lupo per la strada ad attenderla. Il lupo si nasconde sotto montagne di bolle di sapone, ha l’odore acre del vino e il sapore del formaggio. Dà baci falsi dicendo che sono per affetto, non è mai sazio di carezze e attenzioni. Il lupo è il padre di suo padre e Malvina non può sfuggirgli.

Recensione
di Talia

Sicuramente questo è un libro forte. Anche se le sue pagine sono poco più di 170, i suoi contenuti sono estremamente complessi da accettare. È un libro fatto di chiari e di scuri, dove a volte la spensieratezza di una bambina di 13 anni non è così scontata come si crede. La fase adolescenziale, si sa, è già caotica di suo e quando anche il destino ci mette lo zampino si resta segnati per sempre.

La piccola protagonista del libro lo assapora a sue spese. E non è facile da digerire. L’autrice ci pone davanti ai fatti così come sono, nella loro cruda e dura realtà e a noi non resta che accettarli. Probabilmente una persona matura avrebbe affrontato quanto scritto in maniera differente, ma per una ragazzina la vergogna a volte è molto più forte del coraggio. E la paura di perdere tutto ciò che ha costruito compresa la sua migliore amica è forte.
La scrittrice ci regala un piccolo capolavoro, dallo stile fine e perfetto, che alterna appunto momenti di spensieratezza adolescenziale a momenti di forte intensità emotiva. Lei non giudica i fatti e probabilmente neanche noi dovremmo farlo. Ci regala solo una foto istantanea di quanto accade. E a noi non resta altro da fare se non capire che forse una via d’uscita c’è sempre. Va solo trovato il coraggio di seguirla.

La piccola protagonista di questo libro si chiama Malvina. Vive assieme ai suoi genitori e a sua sorella più grande, Anne. Il fratello maggiorenne ha lasciato la casa per trasferirsi vicino all’università dove studia. Il rapporto con i genitori tuttavia non è dei migliori. Suo padre insegna biologia nella scuola che frequenta ed è noto per essere una persona estremamente autoritaria e fredda. La madre a causa delle sue continue emicranie, vive la sua vita trascinandosi dal letto di camera sua alla cucina e non è certo un tipo con la quale parlare apertamente dei problemi adolescenziali. Sua sorella Anne è la classica bellona di turno, alta, prosperosa, bionda e un viso reso interessante dalla montagna di lentigini che lo ricopre. Per lo più è interessata a se stessa e a ciò che le ruota attorno. Le uniche persone con le quali parlare sembrano essere suo fratello Paul e la sua migliore amica Lizzy.
Poi al di fuori della loro famiglia, ma sempre presente, c’è il nonno. Questa figura misteriosa che come l’ombra d’estate avvolge la ragazzina e che probabilmente nella favola di cappuccetto rosso si sarebbe chiamato lupo. Perché questo romanzo altro non è che la favola di Cappuccetto Rosso rivista nei toni moderni di oggi. Dove l’unica figura che manca è quella del cacciatore. E Cappuccetto Rosso deve lottare da sola per non essere annientata.

La scrittrice ci racconta la storia di una ragazza alle prese con l’adolescenza, con i suoi primi amori e con tutte le sue pudiche vergogne, ma ci racconta anche di rapporti umani, tra adolescenti e adulti e tra adulti. Ci racconta di una malattia, quella del nonno, che l’alcol e il suo carattere duro inasprito dalla guerra ha saputo coltivare, e ci racconta di vergogna e di voler piangere nell’unico posto segreto alla quale la piccola realmente sente di appartenere: la vecchia villa abbandonata nella collina sopra la città. E’ un tuffo nel passato anche nei nostri ricordi, quando da bambini trovavamo il nostro piccolo rifugio segreto impenetrabile, e lì ci sentivamo protetti e liberi. 


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