Cara amica ti scrivo per spiegarti che…

Creato il 11 luglio 2015 da Pacoinviaggio

   Cara amica,
 lo so, ti sembro matto, fuori dalla realtà. Lo capisco dal tuo sguardo che cerca di evitare il mio mentre fantastico con le parole. Eppure mi piacerebbe poterti far capire perché parlo sempre di andare, vedere, partire, viaggiare.

Viaggiare è un pensiero quotidiano che si fa largo nella mia mente affollata. Ogni giorno penso a un nuovo itinerario da realizzare, magari in solitaria. Magari con mio figlio, per raccontargli della nostra famiglia e di me, di quando ero piccolo, di quando era piccolo lui, le cose importanti della vita.

Sai che odoro il mio lavoro, eppure se ne sono stato sempre orgoglioso, se ci ho messo tanta passione, è perché mi ha fatto viaggiare tanto.

Ti faccio un altro esempio. Sono a lavoro e su questa dolcissima canzone di Dulce Pontes, due fantastiche creature stanno danzando. Mi emoziono come non mi capitava da tempo, continuo a fare il mio lavoro cercando di fermare in gola le lacrime. Stupendomi per aver provato una tale emozione, penso all’amore di Pessoa (è una sua poesia) per il Portogallo, al mio troppo rapido passaggio da Lisbona e al desiderio di tornare per poterla vivere profondamente. Poi arriva una brutta notizia. Ritrovo gli amici di un tempo e nel dolore che ci ha riunito, ogni pretesto è buono per ricordare gli anni della spensieratezza, delle prime esperienze con il mondo, dei campeggi. È cominciato così un viaggio nel tempo, quando anche una gita fuori porta, per noi era come attraversare le Colonne d’Ercole. Tornando a casa ho pensato che mi sarebbe piaciuto partire per il Vietnam così, senza un motivo, senza logica.

Forse hai ragione, amica mia, sono un po’ matto e vivo fuori dalla realtà ma ora che viaggio poco, ho bisogno di viaggiare in tutti sensi per difendermi da una società che va in una direzione che, credo, non mi appartenga. Per questo, perdonami amica mia e cerca di sopportare questo mancato viaggiatore che vive, romanticamente, di sogni.

Con affetto