Prendendo in considerazione la rieducazione del condannato ho trovato forti contrasti dovute a molteplici verità, sia da parte dei detenuti sia da parte degli operatori del sistema carcerario.
Da un esperienza fatta dal dottor Gregory Bateson con una rana, oserei confermare che quando l’essere umano non è “fritto” è “lesso”!.
Il metodo di procedura è semplice ed efficacemente risolutivo, si prende una rana si tiene ferma nell’acqua fredda dopodiché si alza lentamente la temperatura questa non avvertendo scossoni non sentendo la necessità di saltare fuori, si lascerà lessare! Dalla mia semplice ricerca avvenuta tra l’altro in internet e letture di libri in bibblioteche si può dedurre che il sistema carcerario modifica l’abitudini ed il modo di pensare dell’essere umano pensante,quanto errante perché ha sbagliato, per inserirlo nella non libertà, nella convivenza forzata, nelle regole della prigione.
Ora mi domando dov’è la rieducazione? Far accettare un luogo di detenzione e lavorare sulla psicologia dei pensanti, (non parlo dell’essere umano non pensante e bestia quanto tale) per abituarli al sistema carcerario, non equivale ad un reinserimento nella società.
(l’articolo si trova in Arte e d’intorni: http://edda.cacchioni.over-blog.it con maggiori osservazioni dell’autrice)
Ci sono regole di condotta ovunque, sia di costume, sia scritte, è giusto che vadano osservate per una vita civile comune, ma il mondo fuori non è il carcere.
Tra le svariate tecniche utilizzate dagli operatori, io preferisco la tecnica a mio modesto avviso, di persona che vive il suo quotidiano, quella basata sulla comunicazione. Il mio umile parere è che la parola ha la magia di avvicinare le persone e come in un gioco si ripercorrono le tappe di ognuno, recitando con la consapevolezza dell’esistenza dell’altro non quanto nemico ma quanto persona dialogante. La tecnica di “ricalco” entrerà col tempo tra le persone e come l’acculturazione dell’individuo farà parte del gruppo senza che nessuno bastoni l’altro con fotocopie mal riuscite.
Presunzione spicciola, permettetemelo!!!
Nessun “ricalco” ma sempre se stessi allo stato puro, da essere umano libero pensante e comunicativo in un mondo che a volte non lascia via di uscite, ma, la possibilità di recuperare per vivere nel rispetto della propria e altrui dignità, non cadendo più nello stesso sbaglio.
Ergo Comunità di Recupero e meno carceri, in cui dare fiducia e autostima.
La fiducia è uno stato estatico che pochi conoscono e viene spesso confuso con il menefreghismo che è uno stato di soddisfazione non pensante annullamento dell’autostima.
E poi cè lui: Lo Sport e il beneficio di vivere in benessere… http://barfrankie.altervista.org/blog/lo-sport-come-lo-si-conosce-by-edda-cacchioni/
Vi suggerisco inoltre l’ascolto della rubrica Bar Frankie Junior dai microfoni di www.radiosamp.it per opera del Bar Frankie Sport!!!! Grazie