Cardedu: pozzo sacro di Cuguddadas. Tre soli segni ma potentissimi

Creato il 16 marzo 2011 da Zfrantziscu

Iscrizione pittografica dell'architrave
del pozzo sacro di Cuguddadas (Cardedu)


di Gigi Sanna

La scrittura nuragica dell'età del bronzo più la si scopre e più manifesta possedere una caratteristica che ormai si deve dare per acquisita: la variazione continua sul tema.Infatti, lo scriba nuragico non è mai ripetitivo sia che riporti pittogrammi o ideogrammi sia che riporti lettere, quelle cosiddette 'lineari', dei codici alfabetici consonantici semitici (di origine siro-palestinese). Se lo fosse, se la sua scrittura si adagiasse su quella altrui o anche sulla sua composta precedentemente, suppongo che verrebbe meno agli insegnamenti e alle norme cardine che i membri della sua 'corporazione' imparavano dopo non lungo tempo di tirocinio nella 'scuola della vita'.Lo scriba inoltre, sia che scriva segni su supporto, sia che li riporti attraverso gli oggetti stessi e i monumenti (egli è nello stesso tempo 'scrittore artigiano' e 'scrittore architetto'), usa sempre l'ingegno e la fantasia. Si compiace per l'originalità ed è consapevole della straordinarietà (quando la si raggiunge) del disegno, della creatività circa ogni singola espressione comunicativa, del dettaglio innovatore. Sta però molto attento a controllarli perché risultino sempre precisi e non debordino quanto a 'razionalità' e funzionalità, affinché rimangano sempre vincolati a ben precise parole, alla formule e, soprattutto, al codice o sistema generale 'sacro' dei segni che a quelle parole formula/formule sovrintende.E il motivo lo si capisce subito, perché detto codice o sistema scrittorio dei costruttori dei nuraghi 'parla' della divinità, ne esprime l'arcana e altissima natura attraverso simboli altrettanto arcani ed alti per i quali bisogna portare il massimo del rispetto. Lo scrivere, stando alla documentazione, non è mai un atto gratuito da codice - strumento 'laico' nelle mani dell'uomo per l'uomo, ma da codice strumento 'sacro' (cioè 'inviolabile') nelle mani dell'uomo per venerare e celebrare adeguatamente, vale a dire con il massimo dell'intelligenza, la grandezza e la potenza del Dio.

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