Carezze impossibili

Da Carlo Deffenu

Ormai è da un po' di tempo che mi chiedo se questo blog abbia ancora un senso. Rispetto al passato scrivo molto meno - qualcuno urlerà in coro: E MENO MALE! - e cerco di capire dove voglio andare a parare con un progetto che è nato quasi per gioco e lentamente si è trasformato in un blob non meglio identificato. In fondo non è uno spazio di critica letteraria - le mie recensioni seguono l'umore di un lettore onnivoro e spesso bulimico - e non è strettamente neanche la pagina di un autore. Con un solo libro pubblicato di cosa vogliamo parlare? Finita l'onda delle presentazioni, la sorpresa e l'eccitazione di amici e parenti, le telefonate di librai e organizzazioni culturali, posso solo parlare della delusione del dopo... delle cose che non funzionano... dei tasselli che non s'incastrano come vorresti nella tua mente iperattiva. Non è un diario personale nel senso stretto del termine: scrivo di me, ma lo faccio senza scendere mai troppo sul personale, rimanendo sempre mezzo metro dal suolo... rasoterra. Non è neanche un blog di critica sociale, non è una vetrina sulla moda, uno specchio sul mondo della TV, un occhio aperto sul cinema, un quaderno dove infilare racconti e disegni... parlo di tutto e lo faccio senza impostare uno schema prestabilito. Per questo e altri mille motivi mi chiedo cosa cerchino qui dentro le anime buone che ci passano o ci inciampano per puro caso, quelle che ci arrivano per collegamenti insondabili.C'è il lavoro in ristorante... il progetto del carcere... il sogno di venire letto e capito... le bottiglie abbandonate alla generosità della corrente... le risposte che non arrivano... la testardaggine... la rabbia e la voglia di farvi vedere chi sono... c'è tutto e il contrario di tutto.Mi bruciano le mani... vorrei prendere a pugni il mondo.
Tutti in cerca di carezze impossibili.

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