Cari Economisti, non spiegate la crisi al popolo: è un dialogo tra sordi

Creato il 17 agosto 2011 da Piccolosocrate @piccolosocrate

Siamo inondati da notizie di ogni tipo: lo spread tra btp e bund tedeschi, i tassi, i differenziali, le aliquote, la manovra e la crisi. Stramaledetta crisi finanziaria e la recessione americana.

Basta ! Il problema è spiegare ai non addetti ai lavori cosa accade. L’economia di carta, i debiti coperti con i derivati. Sono tutti spettri alimentati dall’ignoranza.

CHIAMIAMO LE COSE CON IL LORO NOME

Ignoranza nel senso buono del termine: capire un fenomeno con un numero elevatissimo di variabili è già per natura difficile per gli addetti ai lavori (pensa ai guru della finanza e agli economisti puri). Come può un chirurgo, una casalinga, un ingegnere navale capire qualcosa di assolutamente lontano dalla sua realtà soltanto con il sensazionalismo dei telegiornali?

HO PROVATO A SPIEGARE LA CRISI

Ero a cena, in campeggio: ho usato oggetti semplici come tazze, bicchieri, forchette e coltelli ed esempi pratici per far passare concetti immediati (debito, credito, default, prezzo, potere d’acquisto, recessione, pil etc..). Un pubblico di 7 persone mi ha ascoltato per un quarto d’ora. Ho semplificato e non ho usato numeri: ho spiegato i nessi causa-effetto del sistema economico, spiegato perchè e per come delle loro domande e ho cercato di superare le certezze degli ingegneri.

QUESTIONE DI APPROCCIO

Nel mondo non esiste niente di BUONO o CATTIVO. L’economista vive sulla parola DIPENDE. Un esempio: Cosa pensa il tacchino degli umani? Dipende: “Gli umani mi fanno mangiare e vivere bene”. Fagli la stessa domanda dopo il giorno del ringraziamento.
L’economia “di carta” è un male? No, se usata bene. L’aumento del debito pubblico è un male ? Dipende COME aumenta (se aumenta per pagare gli interessi è un male, se aumenta per la spesa per infrastrutture è un bene). Spiegare l’economia è spiegare i dipende ed il modo in cui sono andati i fatti.

LA CRISI ! ME LO POTEVANO DIRE PRIMA?

Basta con la storia del “gli economisti dovevano prevederlo!“. Gli economisti sono tutti possibilisti. Dal momento che nessuno prevede il futuro con certezza tutti si buttano a fare proiezioni, studi e previsioni. Dopo un evento qualsiasi (rialzo dei tassi, caduta delle borse..), i famosi “dipende” aprono la strada sempre ad almeno due soluzioni, più o meno concatenate, più o meno immediate. Ovvio che quelle “scontate” non interessano (visto che son bravi tutti a prevederle). Quelle meno “immediate” sono campo di battaglia per opinionisti e indovini. Chi c’azzecca una volta, può non azzeccarci quella dopo.

LE GRANDI DOMANDE DELLA CRISI

Chi ci guadagna dalla crisi? Perchè ci perdiamo solo noi piccoli? Siamo sull’orlo del baratro come la Grecia? O l’Argentina? L’Italia va in default ? (E andar in default che significa?) La recessione? Quando finirà la crisi? Quando potremo tornare a spendere come prima? Ma su cosa investire? Il mattone? Ognuna di queste domande merita una libreria di risposte: ho un blog, una laurea, un master e sana voglia di parlartene. Scrivimi e ne parleremo.


Questo post risponde all’articolo di Massimo Ragnedda.


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