Cari libri, cara Italia, un clic forse vi salverà (Un'anteprima da Io Donna)

Creato il 10 novembre 2011 da Angeloricci @angeloricci
Questo articolo, a firma di Raffaele Oriani, uscirà sul numero di Io Donna in edicola sabato 12 novembre. 
Ringrazio Alessandra Versaci, Digital PR Io Donna, per avermene concesso la pubblicazione in anteprima.
Cari libri, cara Italia, un clic forse vi salverà
Mentre annaspiamo sui mercatifinanziari e il mondo sembratoglierci quella fiducia checi siamo guadagnati in millennidi storia, è partita la battagliaper salvare la nostra memoria:231 milioni di volumi conservatiin 12 mila biblioteche. Senzai quali il nostro Paese vale meno.Ce la faremo mandando tuttoin rete. Da consultare via tablet

E’alta, solida, fin troppo essenziale. Etalmente diffusa che l’agenzia di stampaBloomberg nel 2009 ha creato il Billy Indexper monitorare il potere d’acquisto su scalaplanetaria. Ma la mitica libreria dell’Ikea,presente in oltre 40 milioni di case di 38 nazioni diverse,misura anche altre cose: secondo l’Economist il nuovomodello che passa da 28 a 38 centimetri di profonditàdimostrerebbe che gli svedesi danno ormai per perso illibro di carta. Fuori tascabili e hard cover, dentro ninnoli,schermi al plasma, foto di amici e parenti: per la sempliceragione che la lettura digitale non ha bisognodi librerie. Ma se è così, avrà bisogno di biblioteche? Ilfuturo è d’obbligo, perché gli ebook muovono ora i primipassi, guadagnando terreno in fretta al di là dell’Atlantico,ma procedendo cauti in Europa dove si sono appenaconquistati l’1 per cento del mercato tedesco e menodello 0,5 di quello italiano. Ma seppur a rilento il futuroarriverà anche da noi: nel 55 per cento delle case italianecon meno di 50 libri, in quell’8 per cento che ne possiedepiù di 400, e nelle sale foderate di volumi delle 12.375biblioteche pubbliche della Penisola.Leggere in pace e leggere di tutto. Le biblioteche sono“granai pubblici” dove ammassare riserve per lo spirito,scrive Marguerite Yourcenar nelle Memorie di Adriano. Cisono biblioteche che custodiscono l’eredità della nazionee biblioteche dove si prendono a prestito i volumi che nonsi vogliono comprare in libreria. Le prime sono tenute anon buttare via nulla, le seconde ogni anno si liberano diun buon 2 per cento dei depositi eliminando il dimenticatobestseller di vent’anni fa o il flop clamoroso della scorsastagione. Tra scaffali e caveau i lettori hanno comunquea disposizione un patrimonio immenso: le ultime stimedell’Istituto centrale per il catalogo unico (Iccu) parlanodi 231.578.339 volumi e opuscoli complessivi (periodiciesclusi). Solo le 46 biblioteche statali custodiscono 23milioni di volumi a stampa e 198mila manoscritti: unalinfa culturale che circola nel Paese grazie a oltre duemilioni di consultazioni in loco e quasi 300mila prestitiall’anno. Su questo paesaggio secolare soffia ora il ventodella lettura digitale. È facile prevedere che sconvolgeràtutto, anche se per il momento ha inciso quasi solosulle abitudini delle biblioteche universitarie: «I pochiche leggono, leggono ancora il cartaceo» sintetizza unfunzionario della direzione Biblioteche del ministerodei Beni culturali.Eppure qualcosa si muove. Dal 2005 è attivo il progettodi Internet Culturale che, in partnership con una settantinadi biblioteche storiche, ha già digitalizzato e riversatoin rete 650mila tra volumi a stampa, spartiti e manoscritti.Nel 2010 Google e il ministero dei Beni culturalihanno annunciato la digitalizzazione e la messa on line- nel giro di una decina d’anni - di un milione di volumidelle Biblioteche nazionali di Roma e Firenze. Finora si ètrattato di tradurre in pixel testi al riparo da ogni dirittod’autore, tanto che il progetto targato Google si ferma fintroppo prudenzialmente a pubblicazioni pre-1850. Macosa succede se in biblioteca irrompe l’ebook fresco distagione? Il romanzo che campeggia in tutte le libreriecon la fascetta dello Strega o del Campiello? A BolognaGiulio Blasi ha fondato MediaLibrary Online, un sistemadi prestiti in Rete che in un paio d’anni ha aggregatoduemila biblioteche decise a raccogliere la sfida del librodigitale. «Al momento abbiamo in catalogo diecimila li-bri italiani e 1750 quotidiani in 40 lingue diverse» spiegaquesto manager già allievo di Umberto Eco. «Il tutto è adisposizione degli utenti delle biblioteche convenzionate,che possono accedere online, scaricare il titolo e leggerseloper 14 giorni su un massimo di sei diversi lettori digitali». 

La biblioteca passa così dal possesso all’accesso, dallacustodia fisica allo smistamento digitale del libro. SecondoBlasi, con un duplice vantaggio: «A una buona rete dibiblioteche un prestito cartaceo può costare fino a 4 euro;con il nostro sistema non si spendono più di 50 centesimi.E poi la velocità di reazione: se segnalo che vorrei leggereAcciaio di Silvia Avallone, tra la mia richiesta e la disponibilitàeffettiva del cartaceo possono passare settimaneo mesi. Con MediaLibrary, il volume è a disposizione intempo reale». Viva i libri, quindi, viva il digitale. Ma setutto avviene in Rete, che fine faranno le biblioteche?Il 29 per cento delle biblioteche italiane è ospitato in un“palazzo monumentale”. Qualcosa come 3.573 strutture disangue blu. Ma non è solo questione di prestigio storico.Stefano Parise è presidente dell’Associazione italianabiblioteche e dirige la fondazione “Per leggere” che unisce54 Comuni della cintura milanese. È uno dei più affezionati“clienti” di MediaLibrary, ma non crede che unclic potrà mai valere una sala di lettura: «Soprattutto neicentri minori la biblioteca è un presidio che lo scambioin Rete non è in grado di sostituire. Spesso siamo l’unicoluogo di incontro per i ragazzi e l’unico palcoscenico diofferta culturale». Sono cambiate, stanno cambiando, manon spariranno: «Nel mondo della lettura digitale - continuaParise - noi bibliotecari saremo “personal trainer”della lettura, cartografi della conoscenza in rete».Il bibliotecario lavorerà sempre meno tra gli scaffalie sempre più tra Twitter e Facebook, secondo Giulio Blasi.Invece secondo Parise la scommessa sarà vinta solo seil libro digitale non si ritorcerà contro la lettura in biblioteca:«Il rischio è che i rapporti di forza si spostino ancorpiù a vantaggio degli editori. Un libro cartaceo è dellabiblioteca finché non si sfascia, un volume elettronicospesso è vincolato a un numero limitato di download». Ma siamo appena agli inizi. Gli e-reader italiani sonopoco più di 200mila, in fondo anche Ikea ha smentitol’addio libro di carta. Ci sarà tempo per sbrogliare la matassadi diritti e interessi della lettura digitale: «Lei parladi e-book» sospira il solito funzionario del ministero deiBeni culturali. «Ma a me preoccupa l’intonaco: ha idea diquante biblioteche cadono a pezzi?».

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