A dire la verità siamo un po' arrabbiate con voi, cari mamma e papà, che adesso vi asciugate le lacrime ma che vi dite felici di averci fatto assaporare la vita. Questo dite con la massima buonafede, dopo due mesi in cui attorno a noi tutti si chiedevano cosa fosse giusto fare, e in cui alla fine si è scelta la strada più facile e meno insidiosa per le coscienze: aspettare che noi ce ne andassimo per conto nostro, come era destino che fosse. Questo dite, credendo di averci concesso il diritto di vivere due mesi, senza pensare che forse il diritto, a volte, si trasforma in un dovere faticoso, frustrante, e alla fine inutile. Perché è così, cari mamma e papà: averci obbligate a vivere è stato inutile per tutti. In gioco c'era il tormento di tanti medici e infermieri, dilaniati dal dilemma sul da farsi e da un senso d'impotenza crescente giorno dopo giorno; c'era la nostra sofferenza, il supplizio che è stata la nostra vita - quella che ci avete regalato - dal primo all'ultimo giorno; e infine ci siete voi, le vostre emozioni, le vostre preghiere. Ed è per questo, vedete, che siamo un po' arrabbiate con voi. Perché siamo convinte che alla fine quelli che ci han rimesso meno siete voi, cari mamma e papà, che se poteste riavvolgere il nastro rifareste tutto, senza cambiare nulla, impartendoci nuovamente la stessa, identica sofferenza. Davvero vedete amore in tutto questo?
Adesso vi dobbiamo salutare, cari mamma e papà, ma speriamo con tutto il nostro, unico cuore che riusciate a sentire queste parole, e chissà che non vi aiutino a compiere una scelta, se ci sarà una prossima volta.
Ciao ciao, cari mamma e papà. Vi vogliamo bene.
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