di Iannozzi Giuseppe
Però: quando mai Carlà è stata di sinistra?
Mai. Di tanto in tanto, in ogni caso per seguire la moda del momento.
Tutto il mondo è paese e Carlà Bruni, italianissima, con il suo essere passata alla destra ci ricorda che il potere logora chi ce l’ha e anche chi non ce l’ha. Oggi la première dame il potere ce l’ha, ha sposato Sarkozy, e i suoi dischi rimangono invenduti anche se purtroppo le multinazionali della musica glieli pubblicano.
A sentire lei a farle cambiare sponda politica sarebbe stata la gauche francese. In una intervista a Le Parisien spiega che quando era di sinistra era bobo – acronimo francese, da bourgeois-bohemien per indicare quei ricchi con atteggiamenti trasgressivi: “Facevo parte di una comunità di artisti. Eravamo bobo, di sinistra, ma a quell’epoca votavo in Italia. In Francia non ho mai votato per la sinistra e non è adesso che comincerò a farlo. Non mi sento più di sinistra”.
La première dame ha la sola colpa di non essersi guardata allo specchio ieri; se lo avesse fatto, forse si sarebbe riconosciuta persona di destra senza dover attendere d’essere oltre i quaranta.
Purtroppo in Italia i bobo sono l’altra metà del paese, sono la presunta opposizione. I veri uomini di sinistra, tutti d’un pezzo, fedeli agli ideali dettati da Karl Marx, sono mosche bianche che il comunismo italiano mal tollera impegnato com’è a dare via il culo al Vaticano.
Carlà spiega dunque che a farle prendere le distanze dalla gauche sono stati “certi fatti, certi commenti, in particolare dopo il caso Polanski-Mitterrand”. Carlà allude a Frederic Mitterrand, il ministro della cultura, nipote dell’ex presidente francese; questi aveva sostenuto il regista Roman Polanski quando venne arrestato in Svizzera su mandato internazionale delle autorità USA, che lo accusano di aver stuprato una minorenne negli anni ’70. Il ministro in questione è stato anche al centro di forti polemiche per aver avuto rapporti sessuali con minorenni ed essersene vantato nel suo libro autobiografico La mauvaise vie. Carlà Bruni spiega che sull’argomento ha ascoltato “responsabili socialisti” (francesi) dire le stesse cose del Fronte Nazionale di Jean-Marie Le Pen. Inoltre Carlà aggiunge: “Una cosa che mi ha provocato uno choc… la politica rimane un mondo difficile. Non sarà mai il mio mestiere e non lo farò mai. Trovo coraggiosi quelli che lo fanno e li ammiro, ma è come la boxe. Non ho né le ossa, né i denti adatti, la politica è a volte violenta”.
In ogni caso Carlà Bruni continua a “rappresentare la Francia all’estero” perché “lavorare per la gente di questo Paese è un onore e ne sono fiera”.