Carla Spagnoli
Alla vigilia dei Congressi Provinciali di Terni (svoltosi sabato) e di Perugia che si terrà l’11 e 12 febbraio, il Coordinatore Regionale del PDL Luciano Rossi annuncia “l’assalto finale del 2015” al potere delle sinistre nella nostra Regione. E’ soltanto l’ennesimo proclama a cui il PDL ci ha abituati ed al quale seguiranno azioni, comportamenti e scelte che spegneranno sul nascere ogni timida velleità di cambiamento o è un vero cambio di rotta, la fine di una politica “consociativa” che ha fin qui privato gli umbri dell’auspicata alternanza? Il dubbio è lecito e fondato perché un passato interpretato “a voler perdere”, a non preparare una valida e credibile alternativa al regime asfissiante imposto dalla sinistra, ad accontentarsi di accaparrarsi le poltrone della minoranza (non dell’opposizione) per i soliti ed inamovibili personaggi, non si cancella facilmente. Non lo si fa esibendo il numero record di tessere realizzato occasionalmente per la “guerra congressuale”, ma costruendo nel tempo e per tempo una valida alternativa. Soprattutto non abdicando scientemente al ruolo di opposizione che l’elettorato ha affidato, lasciandolo interpretare in maniera indubbiamente equivoca da esponenti della stessa maggioranza che governa la Regione (Dottorini dell’Idv). Oggi, Luciano Rossi rivendica la buona amministrazione nei Comuni governati dal centro-destra. Dovrebbe però spiegare come mai tanti fra questi rischino seriamente di tornare in mano alle sinistre. Frutto del “buon governo”? O risultato dell’incapacità a rispondere alle aspettative dei cittadini che con fiducia avevano chiesto e ottenuto il cambiamento? Deruta, Assisi sono alcune positive eccezioni, frutto di competenze, capacità e prestigio personali dei Sindaci e di alcuni amministratori, non certamente di una linea politica di rinnovamento dettata dal PDL. Quando si incensa, come esempio di buon governo, il Sindaco di Assisi Claudio Ricci, si dimentica di spiegare perché non si è scelto di contrapporlo alla Marini alle ultime elezioni regionali. Forse perché avrebbe avuto concrete possibilità di vittoria e non si voleva rischiare di vincere ?! Oggi il PDL umbro è un partito “autoreferenziale, difensore e amplificatore di privilegi personali e con le idee confuse”. Non sono parole nostre, ma la dura denuncia del Coordinatore Comunale del PDL di Terni, Michele Rossi, omonimo del Coordinatore Regionale, ma evidentemente con le idee molto più chiare sullo stato di quella forza politica. Un partito fermo, bloccato, refrattario ad aprirsi al contributo di persone che non appartengano alla attuale nomenclatura, strenuamente impegnato come è a difendere “il fortino” dei privilegi dei propri “eterni” vertici, quanto disinteressato alle problematiche dei territori e chiuso di fronte alle istanze di rinnovamento che provengono dalla società regionale. Qualora dovesse permanere questo quadro, l’unica speranza per chi auspica il cambiamento non può essere riposta nella volontà e nella capacità del centro-destra di vincere, quanto in una sinistra che – sempre più profondamente divisa – decida di perdere.