Carlangelo Mauro è uno dei critici più sensibili che abbiamo oggi in Italia. Ha scritto un libro straordinario, non solo per rigore ma anche per la capacità di illuminare l’opera di poeti ormai famosi e affermati, incapsulata in visioni di maniera che la pigrizia critica di questi anni non è riuscita a scalfire:
Liberi di dire – Saggi su poeti contemporanei, Avellino, Edizioni Sinestesie, 2013, euro 15.00
Certo, Mauro non fa parte del gota di quelli che scrivono sulle testate più quotate ma è chiaro a tutti, ormai, che la frequentazione dei salotti buoni non coincide necessariamente con la qualità. Anzi, è cosa risaputa che da anni la poesia si regge sulla buona volontà, sull’amore spassionato e sulla professionalità dei poeti stessi, forse i più autorizzati, per sensibilità, a fare divulgazione, anche in forme letterarie autonome assai poco inclini a seguire le schematizzazioni delle aule universitarie.
Senza voler cadere in sterili polemiche, la mia impressione, però, è che le generazioni di laureati che si sono formate sotto l’egida di maestri e potentati, abbiano preso una brutta strada; quella di un eccessivo rigore spesso coincidente con una censura non supporta da alcun ragionamento, con la conseguenza dell’ergersi di un canone autorizzato solo dalla pigrizia e dalla violenza.
Non sembri piaggeria questa mia nota, ma il riconoscimento di un lavoro onesto e sensibile, maturato nel contesto naturalissimo di uno scambio, di una conoscenza reciproca delle proprie opere, l’unica arma oggi rimasta per proteggerci dagli assalti della dimenticanza e dell’accidia dei critici.
Come ho già detto, e qui lo ribadisco, il loro compito non è di selezionare pochissime prove ritenute alte, ma di testimoniare un largo ventaglio di poesia. Non può essere il nostro personale gusto, la nostra formazione umana e intellettuale a scegliere che cosa è buono e che cosa non lo è. E nessuno può sostenere a buon ragione di considerarsi un critico se non abbia testimoniato con la propria scrittura la lettura di un numero di opere abbastanza rappresentativo del panorama. Molti oggi si proclamano critici ma di libri di poesia ne leggono pochissimi, col risultato che poi ne selezionano ancora meno, trincerandosi dietro un gota di pensiero, una turris eburnea, oppure ripiegando su nomi già affermati e così rischiando ben poco.
Un grazie, dunque, a Carlangelo Mauro, per questo incontro nella parola della poesia e per l’esercizio del proprio libero pensiero, nel nome della gratuità, come dovrebbe essere sempre quando ci si legge.
Il saggio si può leggere su SINESTESIE. Mauro analizza il tema della madre in due passaggi; uno a me dedicato, l’altro all’opera di Loretto Rafanelli.
Il file si può anche scaricare qui: