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Carlo Aveta: l'uomo che, tra un insulto e l'altro, passò da Storace a De Luca.

Creato il 15 maggio 2015 da Alessandromenabue
Negli ultimi giorni si è discusso diffusamente della presenza di numerosi candidati "impresentabili" all'interno di quasi tutte le liste (quella del M5S fa eccezione) che concorreranno alle elezioni per il rinnovo del consiglio regionale campano. Primatista di questa poco edificante classifica risulta essere il Partito Democratico con le liste collegate al suo candidato (e condannato in primo grado) Vincenzo De Luca: la palma di lista diversamente trasparente spetta infatti a "Campania in rete per De Luca" che con ben undici impresentabili straccia la concorrenza lasciando al palo Forza Italia e "Ncd per Caldoro", ferme alla pur ragguardevole cifra di sei candidati sconvenienti ciascuna. Ora Renzi ammette: " Alcune liste che sostengono De Luca hanno candidati che non voterei nemmeno costretto". De Luca invece si giustifica per il mancato controllo sui componenti delle liste: "Ci sono state candidature non opportune dal punto di vista politico, non ho potuto verificare tutto, ero occupato più dall’aspetto politico che da quello organizzativo delle liste". Eppure per controllare i candidati non era richiesto l'impegno in prima persona del candidato governatore dem, e nemmeno l'intervento di un team di investigatori privati. Sarebbe bastato incaricare qualcuno mediamente pratico nell'uso di Facebook di controllare le pagine di ogni candidato. Si sarebbe facilmente acclarato che alcuni personaggi, non necessariamente toccati da questioni legali, poco avevano in comune con quella che dovrebbe essere la missione del Pd, almeno per come era stato concepito alla sua nascita. Facciamo l'esempio di Carlo Aveta, consigliere regionale eletto nel 2010 con La Destra di Storace poi passato al gruppo misto. Va detto per correttezza che è uscito pulito dalle inchieste sui rimborsi in consiglio regionale e che ha rinunciato al suo vitalizio. Eppure sarebbe bastato scorrere l'elenco dei suoi "mi piace" per trovarci, tra gli altri, Nicola Cosentino, Francesco Storace, Raffaele Fitto, Marine Le Pen e la rivista "La Destra Italiana". Ancora più produttivo sarebbe stato controllare le foto del suo diario (e alcuni relativi commenti). Ad esempio questa:
Carlo Aveta: l'uomo che, tra un insulto e l'altro, passò da Storace a De Luca.In seguito alle polemiche nate da questo suo post, Aveta replicò: "Non ho mai detto che i gay mi fanno schifo, la mia religione mi impedisce di disprezzare altri esseri umani. Sfido chiunque a trovare una mia dichiarazione. È una montatura giornalistica indegna quella che sto subendo. (...) È l'esibizione violenta o se preferite l'esibizionismo smodato di se stessi che io stigmatizzo. Non ho nulla contro il mondo omosessuale. Il cliché dell'uomo di destra omofobo con me non funziona". Un'autodifesa netta, appassionata. Verrebbe quasi voglia di credere alla sua parola se qualche mese prima, sempre sulla sua bacheca, non si fosse lasciato andare a questo botta e risposta (altrettanto netto) con un suo contatto:Carlo Aveta: l'uomo che, tra un insulto e l'altro, passò da Storace a De Luca.
Controllando ulteriormente il profilo di Aveta si sarebbero potute apprezzare appieno la monumentale statura intellettuale nonché il suo profondo rispetto non solo per il mondo lgbt ma anche per quello femminile:Carlo Aveta: l'uomo che, tra un insulto e l'altro, passò da Storace a De Luca.
Come ulteriore testimonianza dell'acume del personaggio riteniamo necessario sottolineare il profondo rispetto per gli avversari, sempre improntato su una sana e leale discussione squisitamente politica:Carlo Aveta: l'uomo che, tra un insulto e l'altro, passò da Storace a De Luca.
Carlo Aveta: l'uomo che, tra un insulto e l'altro, passò da Storace a De Luca.
Carlo Aveta: l'uomo che, tra un insulto e l'altro, passò da Storace a De Luca.
Carlo Aveta: l'uomo che, tra un insulto e l'altro, passò da Storace a De Luca.
Controllare i profili dei candidati non avrebbe richiesto un particolare ricorso di tempo ed energie. La vera domanda è un'altra: se De Luca (ammesso che non lo conoscesse) fosse stato informato su Aveta e sugli altri impresentabili prima di chiudere le liste, avrebbe seriamente rinunciato a candidarli? La domanda è legittima visto che lui, impresentabile tra gli impresentabili, non si è certo posto il problema di rinunciare alla corsa per la poltrona di governatore.

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