Carlo Gozzi (Venezia, 1720 – Venezia, 1806), drammaturgo e scrittore, è da considerarsi il contraltare di Goldoni: realista il Goldoni, fiabesco il Gozzi, goldoniani sono quelli che fanno costruire il ponte che lega Venezia alla terraferma, gozziani quelli che difendono l’immobilità di Venezia. Ogni problema veneziano può essere analizzato da questi due punti di vista, del resto le Fiabe teatrali di Carlo Gozzi, risulteranno gradite ai romantici del Nord Europa che le accoglieranno come chiave di interpretazione di Venezia. Tutta la letteratura fantastica su Venezia nasce da Gozzi, ma Gozzi purtroppo è stato dimenticato e, ad esempio, nessuno si ricorda che la Turandot, poi musicata da Puccini, l’ha scritta lui. Nei suoi ultimi anni, Gozzi iniziò a produrre tragedie in cui introdusse ampiamente elementi comici, le sue opere risultarono però troppo innovative per l'epoca. Nel 1797 pubblicò la propria autobiografia col titolo: "Memorie inutili".
Gasparo Gozzi (Venezia, 1713 – Padova, 1786), giornalista e intellettuale, fu uno dei fondatori, insieme al fratello Carlo, dell’Accademia dei Granelleschi (che si proponeva di dar la caccia al mal gusto e di preservare la lingua italiana). Nel 1750 esce la sua prima opera letteraria: Lettere diverse, dove lo scrittore manifesta doti di umorista e moralista leggero e penetrante, che saranno le costanti di tutta la sua opera. Al contrario del fratello Carlo, più legato alle antiche consuetudini nobiliari, Gasparo non rifiutò di cimentare la sua abilità di letterato in un'attività prettamente commerciale quale il giornalismo. fondò infatti la Gazzetta Veneta. All’inizio la sua redazione era ai tavolini del Caffè Florian, a sua detta il posto migliore in assoluto per avere notizie di prima mano, a tal proposito egli soleva ripetere che il pettegolezzo, che per Goldoni è una piaga sociale, è in realtà un deterrente contro l’indifferenza!
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