Carlo Nesti, fede-sport mondiali 2014: i momenti più significativi, prima parte

Creato il 23 luglio 2014 da Simo785

Di Carlo Nesti

Newsletter fede-sport di Carlo Nesti – luglio 2014 – mondiali – i momenti piu’ etici e cristiani

Sul piano sportivo, la ferocia agonistica di chi non si accontenta di partecipare, ma vuole vincere la Coppa del Mondo, ad ogni costo. Sul piano sociale, la legittima rabbia di chi è consapevole di gigantesche risorse spese non per i bisognosi, ma per gli stadi.
In un contesto del genere, non è stato facile trovare pagine edificanti, soprattutto sul piano educativo, da raccontare, staccare e conservare. Io ci ho provato, stando attento non solo all’andamento delle partite, ma anche al resto, giorno per giorno.

Prima parte12-6-2014 – CALCIO D’INIZIO DI UN PARAPLEGICO

E’ un giovane paraplegico a dare il simbolico calcio d’inizio dei Mondiali.
E, se questo è possibile, lo si deve a un miracolo della scienza, firmato Miguel Nicolelis. E’ l’ideatore, infatti, di un eso-scheletro, che, consente a una persona, con gli arti inferiori paralizzati da una lesione totale del midollo osseo, di camminare.  Gli impulsi partono direttamente dal cervello, ed è l’aspetto più stupefacente dell’invenzione. Ora, la speranza è che sia lo sport ad aprire una nuova strada, sulla scia delle protesi di Pistorius. Da questo mondo, infatti, scaturisce spesso l’abbattimento di qualsiasi barriera, da quelle razziali a quelle fisiche, con benefici per l’intera umanità.

Eduardo, brasiliano naturalizzato croato, una partita speciale per lui Brasile-Croazia

12-6-2014 – EDUARDO CANTA 2 INNI

La mamma di Eduardo Alves da Silva, per tutti Eduardo, nato a Rio De Janeiro, ma naturalizzato croato dal 2002, lo aveva promesso: “Mio figlio, il 12 giugno, canterà entrambi gli inni nazionali”. Non c’è nulla da scandalizzarsi, se si custodiscono 2 “patrie” nell’anima. La Dinamo Zagabria, infatti, lo prelevò da una favela all’età di 16 anni, per cui il giocatore deve una eterna gratitudine alla Croazia.  Di lì, ha spiccato il volo, giocando nell’Arsenal e nello Shakhtar Donetsk. Non lo ha fermato neppure un gravissimo infortunio, riportato nel 2008: la frattura scomposta di tibia e perone. Evidentemente, chi cresce in una favela ha una capacità di sopportazione fuori dal comune.

11-6-2014 – NEYMAR PROTEGGE UN INVASORE

Un siparietto che fa il giro del mondo: da un lato Bernardo, 8 anni; dall’altro Neymar, il campionissimo. Durante una seduta d’allenamento del Brasile, il baby tifoso invade il campo, ma viene subito fermato dalla security.  L’attaccante del Barcellona, distante qualche metro, si accorge dell’accaduto, stoppa la guardia, e prende in custodia il bambino. Poi, lo porta fra i compagni: tra foto e strette di mano, il pomeriggio diventa indimenticabile, e non solo per Bernardo.  In Italia, soprattutto, il calcio è diventato un mondo “blindato”, per esigenze di sicurezza, ma anche per motivi, a volte, irragionevoli.  Guai a considerare solo lo sterminato pubblico televisivo, e non quello fisico!

10-6-2014 – GERMANIA PER I BAMBINI

Il presidente della Federazione tedesca Niersbach, e della Lega tedesca Rauball si recano nell’area di San Paolo, per portare Euro 15 mila a un centro di accoglienza per l’infanzia disagiata. Da tempo, il calcio tedesco ha preso in affidamento la struttura, insieme con la compagnia di bandiera, e stavolta c’è un tetto da riparare. Si tratta di uno dei 15 progetti sociali sparsi per il mondo, il più antico dei quali è un orfanotrofio a Queretaro, scoperto durante i Mondiali 1986. Erano tempi in cui, in Messico, si temeva la rivoluzione, a causa della spaventosa povertà della gente.
Chiunque avesse occhi per vedere, e cuore per sentire, si sarebbe accorto di certe atrocità.

8-6-2014 – PARASTINCHI PER I DEFRIBILLATORI

Artigianato tecnologico italiano alla ribalta. La matita di Valerio Marini, collaboratore de “La Gazzetta dello Sport”, disegna nei modi più suggestivi i parastinchi dei campioni, partecipanti ai Mondiali. Per Buffon, c’è Superman. Per Chiellini, King Kong. Per De Rossi, un gladiatore. Dopo la manifestazione, avverrà un’asta benefica, nel sito Charity Stars, e il
 ricavato andrà a Live Onlus, che dona defribillatori a strutture sportivo-scolastiche improvvisate. Il business dei parastinchi è evidente, nel senso che sono destinati a essere messi in commercio per chiunque.  E’ anche giusto, però, sottolineare il nobile intento, perché la cassa di risonanza del calcio può fare tanto.


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