Carlo Pistarino: l’Arte del Cabaret

Creato il 15 febbraio 2012 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Postato il febbraio 15, 2012 | TEATRO | Autore: Andrea Grasso

Per Carlo Pistarino il 9 Febbraio 2012 resterà per sempre una data speciale: si è esibito infatti alla Sala Hárpago di Catania per la prima di una serie di dieci repliche che, spalmate su altrettante serate, non rappresentano però la solita routine dell’attore teatrale ma, visto che l’artista ligure tornava su un palcoscenico dopo oltre dieci anni d’assenza, una sorta di secondo debutto. Il popolare comico, da alcuni anni diventato autore a tutti gli effetti e quindi solo occasionalmente mostratosi davanti alle telecamere, viene introdotto da Gino Astorina, responsabile artistico della rassegna “Prima2012″, che è stato l’artefice di questo grande ritorno e che ancora una volta ci regala un quarto d’ora di risate con monologhi su recenti fatti di attualità e improvvisazioni col pubblico. Pistarino fin dalla sua entrata in scena rimprovera al tastierista Giovanni, simpatico musicista locale che lo accompagnerà durante tutto lo spettacolo con dei sottofondi musicali adeguati alla situazione, di aver sbagliato ad attaccare la musica della sigla iniziale, una gag che si ripeterà più volte durante l’oltre ora e mezzo di esibizione, dando vita a sketch supplementari, probabilmente in parte concordati ed in parte improvvisati (Carlo giustifica comunque la poca preparazione del povero Giovanni con il fatto di aver preso accordi via e-mail). Inoltre, l’artista ci spiega il motivo per cui ha deciso di chiamare il suo show “Tutta colpa di Gino”. Due addirittura le possibili interpretazioni: la prima è quella secondo cui è “colpa”/merito di Gino Astorina e delle sue insistenti telefonate a Carlo risalenti alla scorsa estate se il comico si è finalmente convinto a riprendere una tournée teatrale; la seconda, che possiamo dire la spiegazione ufficiale, è invece quella secondo cui Gino è colui a cui affibbiare tutte le colpe dei nostri guai, che riesce a fare quello che noi non possiamo o che arriva prima di noi e ci frega il posto; Gino è dunque l’italiano medio e di conseguenza rappresenta un po’ quello che siamo. E infatti tutto lo spettacolo, che vede Pistarino sempre nei panni di sé stesso e mai interpretare nessuno dei tanti personaggi che lo hanno reso famoso in tv, ruota attorno all’italiano medio, di cui viene narrato in chiave comica uno spaccato di vita, con tutti i suoi vizi e vizietti, le sue fobie e tic e le sue disavventure. Viene tracciato un ritratto a tutto tondo di Gino che, solo per citare alcune delle innumerevoli situazioni passate in rassegna, va al cinema e si ritrova vicino chi gli chiede sempre spiegazioni su cosa stia succedendo nel film; durante l’interminabile pranzo di Natale si scambia coi parenti i regali acquistati all’ultimo momento, di conseguenza quasi mai azzeccati; compra la macchina nuova e ne diventa un fanatico, al punto che non gli puoi lasciare nemmeno un’impronta digitale sul cruscotto; quando ha la febbre a 36.2° si mette in vestaglia e biascicando chiede la minestrina; per le vacanze estive decide di partire in modalità “intelligente” con la famiglia e il cane al seguito e dopo varie peripezie con bagagli, chiusura del gas, autostrade e autogrill, arriva finalmente al mare, rigorosamente alla spiaggia libera, dove riesce a trovare il posto più vicino a riva solo chi si piazza “quando il mare non c’è ancora”…

Tra una fantozziana disavventura di Gino e l’altra, Pistarino trova anche il tempo di narrarci qualche sua “disgrazia” personale: da bravo italiano medio, ad esempio, anche lui non ha mai fatto palestra e morirà senza sapere a che servono certi muscoli. Inoltre, ci confessa che da perfetto genovese possiede in auto un navigatore in versione economica, che anziché dare istruzioni precise consiglia di “arrivare alla rotonda e poi chiedere”. È questo il pretesto per una spassosa galleria di avvertimenti dialettali (siciliano, romano, sardo, torinese, genovese) pronunciati dai navigatori delle varie città per segnalare che sta finendo la benzina (quello genovese ovviamente avverte in lacrime!). L’artista si lancia poi in una critica nei confronti dei programmi televisivi odierni che si somigliano tutti e che a giro si scambiano i concorrenti dei reality (citando anche con buona dose di autoironia Io Canto, trasmissione che lo vede tra gli autori e che accosta ad altra dai contenuti simili). Altri riferimenti all’attualità includono alcune prese in giro “in par condicio” dei politici di questi anni e dei social network, Facebook in particolare, di cui il comico è in realtà un buon frequentatore. Il gran finale riguarda gli extraterrestri che un giorno potrebbero venirci a trovare, e in quest’ultima gag oltre ai già citati siparietti col tastierista, che continuava a non azzeccare la musica adatta per lo sbarco degli UFO, ci sono anche le spassose proteste col responsabile delle luci, che non riesce a mandare nessuno degli effetti speciali richiesti. Oltre al tastierista, l’unico altro elemento della scenografia è un leggio con alcuni fogli dove sono scritti gli argomenti della scaletta; Pistarino di tanto in tanto vi ricorre, ammettendo, con assoluta onestà, di non ricordare tutto quello che vi ha scritto. Inoltre, essendo la prima assoluta dello spettacolo, il pubblico viene usato simpaticamente come cavia: ogni volta che non ride a una certa battuta, il comico si ripromette di toglierla dal repertorio! L’umorismo dell’attore genovese è a tutto tondo: principalmente è fatto di gag con situazioni divertenti, paradossali e surreali, che storpiano episodi che quotidianamente accadono a ciascuno di noi, ma si avvale anche di giochi di parole e viene supportato da una energica mimica e gestualità. Soltanto nei primi minuti dello show ci sembra di scorgere un po’ di emozione, probabilmente dovuta ai tanti anni lontani dal palco, che però viene ben presto scacciata via dall’affetto e dalle numerosissime e sincere risate del pubblico.



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