Viareggio – Operai al lavoro in Darsena Vecchia – Foto tratta da “A Viareggio con il treno dei ricordi” , Pezzini Editore 1992
Al mattino, ti alzavi dal letto… Sembrava che casa tua fosse un blocco di ghiaccio… Dall’interno, i vetri delle finestre, prospicienti via Coppino, sembravano coperti da un velo, era il ghiaccio che si era prodotto nella notte. Per guardare al di fuori, io cercavo di raschiarli con le unghie, ma non facevo altro che sentire un dolore alle punta delle dita.
[…] Anche i calafati e i segantini erano al lavoro all’aperto fin dal primo mattino, con quel freddo pungente… E ricordo che quando passavo lì davanti al Cantiere Benetti, mi soffermavo a guardarli e mi domandavo come facessero a svolgere quel lungo e continuo movimento, con le mani fredde… Qualcuno addirittura portava delle escoriazioni che producevano sangue… Ma c’era da pensare alla propria famiglia e la fatica ed il freddo dovevano essere superati…
Oggi io cerco di vivere in armonia con tutto ciò che mi circonda e non posso dimenticare gli anni di giovinezza trascorsi in Darsena Vecchia e dove imparai a vivere in mezzo ad esperienze e con tanti essere umani che contribuirono a tracciare quel sentiero che aveva quel “sapore di buono” che nasceva in quella via Coppino.
Mi sembrava di essere in un “astro” da dove si irradiava tanta bontà e tanto altruismo. Soltanto la natura con i suoi capricci e con le sue intemperie, riuscivano a peggiorare il procedere di ogni abitante.
[…] Tutti sapevano che la propria esistenza era un viaggio attraverso una via cosparsa di qualche gioia e di molte rinunce. Nasceva allora una ferrea volontà di scavalcare, almeno per qualche momento, quelle tribolazioni così disperate.
( Carlo Ranieri, dalla Prefazione a “Darsena mia!… una storia vera, 2000 )
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