Prima della sua candidatura alla guida della Figc e delle dichiarazioni sugli immigrati era già scoppiato un “caso Tavecchio”. Un’interrogazione denunciava come fosse rimasto a capo della Lega Dilettanti nonostante a causa di diverse condanne penali ne avesse perso i requisiti.
Quello di Carlo Tavecchio è stato senza dubbio un autogol. Era il candidato che aveva raccolto un ampissimo consenso per guidare la FIGC, aveva resistito alle critiche sulla sua età da parte di quanti invocavano rinnovamento ed aveva respinto l’opposizione di quasi tutta la stampa sportiva che invece preferiva Albertini.
Poi, durante un’assemblea della Federazione, pronuncia l’ormai famigerato intervento su “Optì Obà che prima mangiava le banane e ora gioca nella Lazio”.
Ora tutto potrebbe essere messo in discussione e anche chi invoca l’intervento della politica ha una certa base di appoggio. La FIGC, infatti, è una federazione sportiva affiliata al CONI che giuridicamente è un ente pubblico non economico, posto sotto la vigilanza del Ministero per i beni e le attività culturali.
L’assurdità di quelle dichiarazioni ha fatto suonare più di un campanello d’allarme.
La priorità è sicuramente condannare ogni forma di razzismo e discriminazione, profondendo al tempo stesso ogni sforzo possibile per una società aperta, tollerante e multietnica. Ed è una sfida che può ricevere un grandissimo contributo dal calcio.
Si tratta anche di una questione di prestigio internazionale. LA FIFA che apre un’indagine sull’accaduto e l’essere additati dai media di tutto il Mondo non ha certo fatto piacere al management sportivo italiano che continua a sperare di poter organizzare quanto prima una delle grandi manifestazioni.
In verità “l’affaire Tavecchio” è sopratutto una storia di mancata trasparenza, tipica in Italia quando c’è da designare qualcuno per un incarico.
Infatti, sono tante le cose a non essere ben chiare: il reale ruolo del Presidente della FIGC, quali dinamiche abbiano portato ad individuare i due candidati, su quali presupposti i club hanno scelto chi sostenere, etc…
Ed allora forse anche frasi dissennate possono produrre un effetto positivo, spronando ad approfondire e a verificare.
Ad esempio ricolleghiamo la stessa persona ad altre situazioni, come quando in TV espresse le sue opinioni sulle donne nel calcio.
Ed è così anche che scopriamo come sono ben quattro anni che il Parlamento chiede di verificare l’onorabilità di Tavecchio.
Infatti un’interrogazione dell’on. Labboccetta (Pdl) denunciava già nel 2010 come Tavecchio fosse rimasto a capo della Lega Dilettanti nonostante a causa di diverse condanne penali ne avesse perso i requisiti.
In particolare veniva evidenziato come:
“per quanto riguarda i dirigenti della Federazione italiana giuoco calcio, l’articolo 29 dello Statuto recita testualmente: sono ineleggibili coloro che hanno riportato condanne penali passate in giudicato per reati non colposi a pene detentive superiori ad 1 anno”
mentre la fedina penale di Tavecchio annoverava:
“condanne penali per anni 1 mesi 3 e giorni 28 di reclusione, oltre a multe e ammende per oltre euro 7.000,00 così articolate:
- falsità in titolo di credito continuato in concorso – Corte di appello di Milano, sentenza del 1o luglio 1970, pena: reclusione mesi 4;
- violazione delle norme per la repressione dell’evasione in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto – tribunale di Como, sentenza del 29 novembre 1994, pena: reclusione mesi 2 giorni 28, multa euro 1652,66;
- omesso versamento delle ritenute previdenziali ed assistenziali – omissione o falsità in registrazione o denuncia obbligatorie – pretura di Como, sentenza del 2 luglio 1996, pena: reclusione mesi 3, multa euro 320,20;
- omissione o falsità in denunce obbligatorie – pretura di Como, sentenza del 7 luglio 1998, pena: reclusione mesi 3;
- abuso d’ufficio – tribunale di Como, sentenza del 15 ottobre 1998, pena: reclusione mesi 3;
- violazione delle norme per la tutela della acque dall’inquinamento – tribunale monocratico di Como, sentenza dist. Erba, pena: multa euro 5.154,57 -”
Per la cronaca, l’interrogazione non ha ricevuto nessuna risposta da parte del Governo.
Nel frattempo, Tavecchio ha mantenuto la presidenza della Lega dilettanti ed è diventato vice presidente della FICG. Dopo le dimissioni di Abete a seguito dei Mondiali in Brasile, in qualità di vice presidente vicario è attualmente il massimo dirigente della Federazione Italiana Giuoco Calcio.
Questa storia, considerando anche la popolarità del calcio in Italia, fornisce in qualche modo una fotografia del nostro Paese.
Finora non è stata un granché, per migliorarla è indispensabile eliminare dubbi e zone d’ombre incominciando con il fornire al Parlamento i chiarimenti che sta chiedendo da così tanto tempo.
Per approfondimenti:
- L’interrogazione parlamentare sul caso Tavecchio
- Gli atti parlamentari che si occupano di Sport