Carmen Cangiano

Creato il 18 agosto 2010 da Athos Enrile @AthosEnrile1
Anche Carmen Cangiano, come Valeria Caputo e Tara Degl'Innocenti, di cui ho già scritto nel blog, è un'artista che ho scoperto nel corso della finale del "Premio Janis Joplin", da lei vinto.Carmen ha accettato di rispondere ad alcune domande che aiutano a capire meglio il suo pensiero.A seguire una breve biografia e un filmato di repertorio.

L'INTERVISTA

La prima cosa che mi ha colpito, vedendoti sul palco, è la tua tranquillità, la tua sicurezza, tipica di chi conosce la”propria materia”. E’ un fatto caratteriale o è uno status che hai raggiunto nel tempo? La seconda che hai detto... ti racconto la mia prima esperienza live: un sabato pomeriggio del lontanissimo '96, in una delle vie più frequentate del centro di Bergamo. C'erano tanti piccoli palchi allestiti nelle principali piazze, concerti tutto il giorno, centinaia di persone... io , il mio microfono preso in prestito, la band e tantissima gente affollata di fronte al palco...che battesimo!! La mia bocca asciuttissima, la lingua felpata e ai piedi dell'asta litri d'acqua che tra l'altro non ho mai bevuto. Ricordo di aver detto a fatica “Buongiorno” con voce tremante. Ho vissuto il concerto come una specie di corsa sulle montagne russe...Questo per dire che, si... la sicurezza sul palco si acquisisce con “la strada”, l'esperienza e il tempo, la continua ricerca di se stessi e della propria voce. Ora sul palco mi sento “a casa”, ma ci ho messo più di dieci anni.

Sul palco del Priamar hai proposto cose differenti, cover e brani tuoi, lingua inglese e italiana. Ma qual è la musica in cui più ti riconosci, quella che ami proporre in libertà, quando non hai vincoli “contrattuali”? Il mio percorso artistico parte dal rock-blues – che rimane forse il genere in cui mi riconosco di più - e passa per il funky, il soul e il jazz. Questo percorso ha lasciato i suoi segni: la definizione “eclettica” del comunicato stampa credo mi calzi a pennello. Con la formazione acustica propongo un repertorio più vicino al blues e al jazz mentre in elettrico emerge anche la mia parte più rock. Sto attraversando una fase molto sperimentale e di ricerca e la varietà dei brani che scelgo è dovuta anche a questo. Anche come cantautrice mi sto mettendo alla prova e l'assoluta libertà creatrice e interpretativa ha un ruolo fondamentale per me ora. “Freedom is just another word for nothing else to loose”.... nulla da perdere e tanto ancora da fare.

Ti ho sentita polemizzare, velatamente, con i “Talent”. Quando faccio i confronti con gli anni 70 mi viene sempre il dubbio che, al di là delle epoche diverse e dei contesti differenti, i talenti di allora fossero di più e anche di maggior valenza. Secondo te, abbiamo oggi meno qualità o sono le occasioni che mancano? Direi innanzitutto che non è possibile prescindere dai diversi contesti e dalle differenti scale di valori che contraddistinguono le due epoche. Noi siamo molto distanti dall'epoca in cui si inventava il rock e si sperimentavano nuovi generi musicali, siamo distanti da gente come Bob Dylan, Jim Morrison, Jimi Hendrix, Janis Joplin per citarne solo alcuni... distanti anni luce direi...artisti di questa valenza temo anch'io non ce ne siano più, o se ci sono restano nascosti. Forse ci è restato ben poco da inventare... penso a Beatles, Who, Led Zeppelin, Pink Floyd, anche se pare scontato citarli... ci si potrebbe scrivere all'infinito. Oggi abbiamo più strumenti per conoscere, per fruire la musica, per studiare, ma forse osiamo di meno, siamo più preoccupati dell'immagine e del mercato, che della qualità. Non so dire se ci siano meno talenti da cui partire, ma certamente le occasioni di farsi conoscere dal pubblico per quel che si è sono inferiori: troppi condizionamenti , troppa attenzione a cose secondarie. Ben vengano le occasioni per i giovani talenti di farsi notare, ma che siano occasioni reali volte alla crescita artistica e musicale.

Che cosa hai apprezzato maggiormente di Valeria Caputo e Tara Degl' Innocenti?Le ho conosciute nei camerini poco prima di salire sul palco e mi hanno fatto entrambe un'impressione positiva, sia umanamente che artisticamente. Abbiamo riso raccontandoci degli aneddoti simpatici in merito alle nostre esperienze in campo musicale e non ho avvertito nessuno spirito competitivo. Brave artiste, espressioni molto diverse della dolcezza l'una (Valeria) e della grinta l'altra (Tara). Valeria una voce molto piacevole e ben curata e il coraggio di presentarsi da sola con la sua chitarra e uno strumento difficile come il dulcimer. Tara energia pura e grinta da vendere.

Ti ho vista cantare accompagnata da due musicisti fantastici. Quanto conta per te la band? Esatto, fantastici! Li cito per ringraziarli ancora, per il lavoro che svolgono sempre con serietà e impegno: Simone Trevisan e Paolo Fusini.La band è fondamentale. È la casa nella quale la mia voce abita e se non sono a mio agio... beh... trasloco!

Non conosco un gruppo di lavoro che non presenti difficoltà relazionali. Che tipo di rapporto hai con le persone che lavorano con te … cerchi un minimo di amicizia e di serenità o pensi che nella tua “professione” non sia obbligatorio il buon feeling, ma lo sia la serietà? Tendenzialmente cerco di costruire buoni rapporti con le persone con cui lavoro e sì, un minimo di amicizia. Non è fondamentale essere amici per la pelle, ma condividere la stessa idea musicale e andare d'accordo. Le difficoltà relazionali capitano come in tutti i contesti e anche questo è il bello se si risolvono assieme. Nel corso della vita ho imparato che essere sinceri e schietti ci evita un sacco di paranoie, ci aiuta a risolvere i problemi nel momento in cui si presentano. Nel lavoro è necessario che ognuno faccia con serietà e impegno la propria parte.La serietà è richiesta, il buon feeling è il valore aggiunto che fa la differenza.

Se potessi per un giorno essere una cantante diversa, del passato, contemporanea o non più con noi, chi vorresti essere? Perché? Quanto tempo mi dai per rispondere? È troppo difficile scegliere un' artista in particolare... come si può scegliere tra l'eleganza di Billy Holiday, il soul di Aretha Franklin, la capacità di Janis nel dare tutta la sua anima a chi l'ascoltava, la grandezza di Ella Fitzgerald... ne potrei citare altre... Chiedi troppo!

Esiste la possibilità di esprimersi attraverso la musica, senza necessariamente utilizzare delle liriche, e in fondo la lingua inglese non permetteva ( e ancora adesso è così) di captare al volo il significato di un testo. Però ha una musicalità incomparabile. Cosa pensi dell’utilizzare i soli suoni per suscitare sentimenti e “immagini”? Devo dire che sono molto affascinata dalla musica senza liriche: la cosa che mi attrae è la sua capacità di lasciarci liberi di arricchirla con i nostri significati, immagini ed emozioni, anche se il titolo a volte ci indirizza già un po'. È tutto concentrato solo sulle note, sulla loro sequenza e il significato lo aggiungiamo noi. Un'altra cosa interessante che mi viene in mente a questo proposito è l'utilizzo dell'improvvisazione skat: una serie di fonemi senza significato alcuno, usato nel jazz. Prendi ad esempio lo skat di Ella Fitzgerald in “Stompin' at the Savoy”: c'è sempre bisogno di parole?



Qual è la parte migliore e quella peggiore del mondo musicale in cui ti muovi? La parte migliore in questo momento va ricercata nell'underground, che è ricco di artisti e prodotti di qualità, che restano spesso nascosti, ma hanno un loro seguito. La parte peggiore, a mio parere, è l'eccessiva commercializzazione e spettacolarizzazione dell'arte, che mette al primo posto le mode del momento e il profitto; così si scrivono pezzi che vanno benissimo per il mercato e si osa poco in senso creativo.

Quale obiettivo musicale ti poni per il futuro? Potermi dedicare completamente alla musica, farne il mio unico lavoro. L'obiettivo più vicino è lavorare ai miei inediti per realizzare un disco.

Un ultima domanda. Sei felice, musicalmente parlando?Si felice, ma ancora in cerca di me stessa e della mia voce. Forse non si smette mai di cercare. La ricerca porta sempre con sé un po' di struggimento interiore, ma ammetto, anche tante soddisfazioni.

BIOGRAFIACarmen Cangiano nasce il 29 Luglio 1976 a Bergamo città dove tuttora vive e lavora come insegnante di canto e cantante. Di madre bergamasca e padre napoletano, il nord e il sud si fondono perfettamente nella sua personalità carismatica e introspettiva allo stesso tempo. L'interprete, definita dalla stampa “poliedrica e raffinata”, ha appena vinto il prestigioso premio Janis Joplin 2010 nell'ambito della decima edizione del “Just like a woman festival”a Savona dove si è esibita in formazione acustica – accompagnata da due eccellenti chitarristi (Paolo Fusini e Simone Trevisan) – proponendo brani di propria composizione alternandoli ad originali interpretazioni di brani del miglior repertorio blues e jazz: Nina Simone, Janis Joplin e una commovente “Blue Valentine” di Tom Waits.

Quello della Cangiano è sicuramente un percorso artistico articolato, influenzato da stili diversi. A cominciare dal rock per poi passare al funky, al soul, al blues ed infine il jazz. Generi questi ultimi alla quale l'artista ha dedicato nel corso degli anni studio e passione.

Carmen, prima dei suoi approdi a capitoli più sofisticati e meditati come il jazz e lo swing, comincia cantando in un gruppo rock della sua città. Ottiene un primo risultato nell'anno 2000 vincendo il concorso “Martesana Rock” - la cui giuria è presieduta da Roberto Matano (coautore di Battisti)– con pezzi inediti scritti da lei stessa.

La sua natura fortemente irrequieta e il grande amore per la musica la portano a provarsi però con altri generi musicali, approfondendone lo studio e tentando interpretazioni sempre più originali di brani cover, mentre prosegue la composizione di pezzi inediti.

Carmen inizia a vent'anni lo studio della tecnica vocale moderna ma l'incontro con la maestra Laura Fedele le apre un nuovo mondo e la aiuta ad approcciarsi ad una nuova vocalità. Consegue un master jazz all'Accademia della voce di Milano (Affori) e prosegue lo studio privatamente con la Fedele.

Lo corso anno vince il primo premio per la Categoria Femminile al Concorso Nazionale “Canzone Italiana”, la cui giuria è presieduta da Moris Albert e quest'anno vince il già citato “Janis Joplin”.

Tuttora si esibisce con diverse formazioni che le permettono di esprimersi in modo completo tra le quali una band tributo a Janis Joplin (Move Over), un trio acustico che esplora le perle del blues e del jazz (Carmen Cangiano custic Trio) e per finire una “soul band” (Carmen & the Attribution)

Attualmente è impegnata nell'arrangiamento dei propri pezzi al quale seguirà l'incisione del suo primo cd di inediti in cerca di etichetta.

Www.myspace.com/carmencangiano



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