Carmignano DOCG

Da Counter-Clock World

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Da Toscano adottato, e da appassionato di vini, non posso non apprezzare i DOCG toscani.
Per altro tra i migliori vini al mondo.
Brunello di Montalcino, Chianti, Vino Nobile di Montepulciano, Morellino di Scansano. Per citare solo alcuni rossi.
E il Carmignano DOCG.
Il Carmignano è stata una scoperta recente. Mai citato, sottovalutato. Quasi sconosciuto anche a molti toscani. A volte difficile da reperire fuori dal mercato locale. Travolto dalla notorietà dei suoi cugini.
Un giorno vado in una enoteca e ne trovo una fila intera nella "zona Toscana". Ho pensato ad una novità: pochi produttori e poche etichette. Ne porto via una bottiglia. La prima di una lunghissima serie.
Ma non è questo il punto: mi documento e scopro che Carmignano è a 30 minuti di macchina da casa mia.
E' un paese piccolo e antico, con un borgo bellissimo: Artimino. Di origini Etrusche. Ed il suo vino è antico, Etrusco pure lui. Dell'804 d.C. si dice. Addirittura.
C'è una sontuosa villa Medicea, Torri medievali, un Castello, ed anche il Barco Reale: una delle riserve di caccia dei Medici.
Tutte cose che ritrovo nelle etichette delle mie bottiglie.
E' impossibile dividere il vino dal territorio dove viene prodotto: a maggior ragione in questo caso.
Ci torno in moto per delle passeggiate solitarie. Nello zaino porto via almeno una bottiglia per la domenica.
E' il precursore dei vini "Super Tuscan", oggi tanto di moda e dal sapore internazionale: un po' di cabernet, tanto per aggiustare quel che basta.
Eppure rimane un vino trascurato.
E' circondato dai territori del Chianti, con cui condivide l'uvaggio e con cui ha dovuto contendersi una identità propria: negli anni 60 era una sottozona del Chianti.
Ed è proprio questa storia che mi incuriosisce: sarebbe stato molto semplice annegare nelle varie etichette del Chianti. Queste bottiglie avrebbero forse avuto maggiore fortuna. Ma perchè perdere identità e qualità proprie? Allora via alla battaglia di autonomia: e nel 1975 il Carmignano diventa DOC (uno dei primi), un neo di soli 100 ettari sulla faccia del Chianti Toscano.
Mi auguro che i produttori, troppo pochi secondo me, mantengano l'orgoglio e la costanza di continuare questa produzione.
Qui trovate una scheda. E anche qui.
Se passate a trovarmi, ne apriamo una.

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