Tolti alcuni nomi, riadattati per un pubblico internazionale, la storia e le parole sono esattamente quelle di Yasmina Reza: due coppie, armate di cinismo e di cavillose questioni di principio, si confrontano sul comportamento scorretto di uno o di entrambi i loro figli in un susseguirsi di ripicche, falsità e allusioni malevole. Veleni che non accettano antidoti o rimedi omeopatici snidano serpi di malumori e tic.
Film costruito su zoom più o meno morbidi e inquadrature rapidissime in un interno lussuoso ma ristretto, Carnage nella versione di Roman Polanski si apre e si chiude con due piani fissi nel parco cittadino dove si è svolto l'episodio all'origine di questa commedia di fiele. D'altra parte, non è una questione di set: il regista sembra asserire che il mondo, fuori, lasciato a se stesso, segue altre regole, non peggiori, e comunque non quelle della logica claustrofobica di chi vuol mettere tutto a posto con buona creanza e razionalità. Incarcerati nei loro ruoli, infatti, nel modo in cui si vogliono presentare, i personaggi dei genitori danno il peggio di sé con lo spettacolo di una desolante meschinità. Da ciò, si arguisce che Carnage - nella sceneggiatura di Roman Polanski con la stessa Yasmina Reza - è una commedia di parole e di recitazione, che ha bisogno di attori magnifici e che forse, più che a teatro, trova la sua completa realizzazione proprio al cinema.
Sul versante maschile, ho preferito senz'altro le cesellature comiche dell'Alan di Christoph Waltz - con il suo tono tagliente, il distacco intermittente, le infinite telefonate e le menzogne professionali (e non) - alla rispettosa interpretazione di se stesso del Michael di John C. Reilly: sembra quasi che il ruolo sia studiato per lui, e non viceversa, senza che questo possa essere ascritto a titolo di vanto, nonostante l'indubbia professionalità dell'attore.
L'esito complessivo, come si diceva in apertura, è proprio quello migliore: la commedia viene alleggerita delle tinte troppo amare, ricondotta allo scarno vaudeville metropolitano che fa serata e, a modo suo, lascia il segno nelle tinte viscerali di Roman Polanski.