A Schignano (provincia di Como) si terrà il Carnevale dei Belli e dei Brutti.
Il nome deriva dalle maschere che lo animano che sono metafore rispettivamente dell’umanità ricca, vanitosa e vuota e di quella povera, semplice, dedita al lavoro.
I “belli” o “mascarun” hanno una pancia molto rigonfia, segno evidente di benessere, indossano abiti sgargianti, impreziositi da collane, pizzi ed ogni genere di inutile chincaglieria. Alla cintola hanno appesi dei piccoli campanelli. Sopra la bella e preziosa maschera di legno (opera degli artigiani locali), portano un cappello sfarzoso, ricco di fiori, piume e qualche bambolina. La loro vestizione avviene a casa, e vengono aiutati dalle donne di famiglia.
I “brutti”, invece, hanno un corpo deformato (l’imbottitura è realizzata con paglia e foglie) ed indossano laceri vestiti da lavoro, pelli di pecora e sacchi di iuta. Alla cintola hanno appesi grossi campanacci e sulle spalle portano una gerla ricolma di ogni genere di cose vecchie e sporche. Alcuni di loro hanno anche una scopa (per spazzar via la sfortuna), una valigia (simbolo dell’emigrazione di un tempo) e un fiasco di vino (per consolarsi). Sopra la loro maschera di legno, dal profilo irregolare, portano cappellacci e corna di bue. La loro vestizione avviene nelle stalle fuori dal paese, aiutandosi l’uno con l’altro.
Il corteo carnevalesco vero e proprio si svolge fra tutte le frazioni della valle, fermandosi spesso nelle osterie, dove i figuranti bevono e intrecciano balli con il pubblico in un’atmosfera di grande partecipazione.
Giunti sulla piazza, uno dei ‘brutti” viene scelto per essere messo al rogo. Il rituale vuole però che questi riesca a fuggire… e meno male… Dopo una frenetica caccia per le vie del paese, viene nuovamente catturato e, sostituito con un fantoccio che viene dato alle fiamme.
Muore così, ogni anno, il carnevale a Schignano.
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