Carnevale 2014, tra pennellate di sole, corriandoli e fantasie - zuppa di fagioli borlotti con cavolo nero e salsiccia piccante

Da Saporidivini

Fulgide pennellate di sole, tra la vertigine di un girotondo di giostre, coriandoli e fantasiosi travestimenti, animavano incontrastati i confini del suo universo. La ricetta del Carnevale se l’era dipinta lei stessa. L’aveva lasciata ingrossare alla sua maniera, il giorno stesso in cui aveva scelto il suo abito rosa da principessa. Dopo una manciata di giorni però, la voglia di fare festa aveva già rosicchiato fino all’osso la sua misera riserva di pazienza. Non restava che scodellare quotidianamente la nostra, insieme a vassoi traboccanti di sfrappole e cotillons. Era più di un mese fa. Io ero alla ricerca di un vestito sfarzoso, con sbuffi, pizzi e vaporosi volants e lei in un attimo di mia distrazione, si era invece invaghita del più semplice ed economico di tutti. “Mamma voglio questo!” mi aveva detto con un filo di voce, dopo avermelo mostrato, dopo avermi allungato un pezzo di stoffa, rosa confetto, con annessa gruccia. Ricordo molto bene di averlo osservato, sfiorato, di averlo passato con poca convinzione da una mano all’altra, una e più volte, trovandolo senza scampo, esageratamente spoglio. Anonimo, essenziale, poco entusiasmante. Ricordo di avere provato a farle cambiare idea. Fiato sprecato, le sue cadute in amore le difende con le unghie smaltate e con i denti da latte.Fu solo la sua commovente determinazione a fare sì che decidessi alla fine, di adagiarlo con un sorriso sul nastro trasportatore della cassa numero sei. Ricordo di essere uscita con una sporta di spesa appesa ad una mano mentre con l’altra mano stringevo la sua. Lei  talmente felice che sbrodolava “grazie mamma” ad ogni passo e continuava a mostrare il suo vestito da principessa a tutti quelli che le passavano accanto; io che trattenevo le lacrime, che avevo cambiato idea e che in quel momento lo trovavo persino bello, quel vestito. Bello anche mentre convincevo Luca che era bello perché l’aveva scelto lei, perché era piaciuto tanto a lei, perché l’avrebbe indossato lei.Domenica scorsa, la principessa con il suo bel vestito rosa, si disfa infine dell’attesa, la festa è sotto casa sua, il cuore a martello, le sue gambe che scendono le scale del castello e vanno incontro ad una dozzina di possibili tenzoni e d’altrettante distrazioni. L’orlo del vestito squassato dalle sue corsette dietro ai carri mascherati, compatti nel loro incedere lento e regolare. Il nero dei suoi occhi si beve la loro luce, l’ovale del suo viso non smette più di stupirsi, inclinato da una parte, sollevato verso il cielo mentre dall’alto piovono caramelle, orsetti e palloni. Per Luca e per me sono i suoi sorrisi che fanno Carnevale.

Stanchissima Alice Ginevra

Piume di carta di tutti i colori, fitte fitte, volteggiano in un irregolare rettangolo di cielo, resistono agli strappi dell’aria restando in bilico prima di atterrare, c’è da bersele con gli occhi come se fossero un’ onda sola. Una vampata di coriandoli, un chiarore solare che ci ricade addosso prima di diventare una distesa piatta e orizzontale sull’asfalto sotto ai nostri piedi. Lei se ne riempie le mani e inizia a battagliare con i nostri cappotti e i nostri capelli. Con Athena Giada felicemente disorientata dal paesaggio che la guarda stupita mentre abbozza sorrisi sdentati e batte le manine come le ha insegnato a fare sua sorella.Inseguiamo in verticale e in orizzontale un paese mascherato che a sua volta rincorre se stesso, riproponendo il suo moto perpetuo, su e giù per angoli e strade. Inseguiamo momenti già incontrati lungo altri sentieri, altre strade, altre stagioni. Altri Zorro, Cowboy, Uomini ragno, Fate e Principesse.Ce ne andiamo un attimo prima che la penombra si abbatta pesantemente sulla sua stanchezza e che il paese torni ad essere nudo, pallido fantasma dietro ai vetri della sera.
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Questa zuppa è dedicata a chi ama le corroboranti e confortanti zuppe di fagioli. Abbiamo voluto arricchire la nostra zuppa dato che al mercatino di frutta e verdura a chilometro zero avevamo fatto scorta di verdure, in particolare di cavolo nero. Il cavolo nero e la nota piccante della salsiccia le conferiscono un extrabonus di sapore. Meravigliosamente buona, tout court.


ZUPPA DI FAGIOLI BORLOTTI CON CAVOLO NERO E SALSICCIA PICCANTE
Ingredienti per 4 persone:300 g di fagioli borlotti secchiun grosso spicchio d'aglio1 cipolla1 carota1 costa di sedano1 mazzetto di cavolo nero150 g di salsiccia di maiale piccante (con peperoncino)2 litri di brodo vegetaleolio extravergine d'oliva
Lasciamo a bagno in una ciotola capiente i fagioli per tutta la notte.Tritiamo finemente la cipolla, la carota e il sedano. Scaldiamo un generoso filo d'olio extravergine in una pentola insieme allo spicchio d'aglio e lo lasciamo imbiondire. Aggiungiamo il trito di verdure e le lasciamo appassire per qualche minuto. Togliamo l'aglio.Sbricioliamo la salsiccia, togliendole la pelle. La andiamo ad aggiungere alle verdure e la facciamo rosolare per bene.A questo punto uniamo il cavolo nero che avremo precedentemente tritato grossolanamente. Lo facciamo saltare, mescolando tutti gli ingredienti.Aggiungiamo i fagioli borlotti e versiamo il brodo.Lasciamo sobbollire per circa un'ora, il tempo necessario perchè i fagioli siano cotti a puntino. Regoliamo di sale. Non abbiamo aggiunto pepe perchè la salsiccia piccante conferisce da sè quella piacevole nota di peperoncino, non troppo invadente, ma in grado di insaporire meravigliosamente questa zuppa di per sè celestiale.

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