Carnevale di che posto?

I Carnavals des Montagnes sono tornati. Nessuna novità. Nessuna crescita artistica. Nessuna offerta di qualità. Anche questa splendida idea è stata macellata dal pessimo gusto nostrano, dalla costante carenza di cultura dei politici e degli organizzatori. Cosa c’entrano gli sbandieratori di Asti e di Padova? E la Fanfara dei Bersaglieri di Melzo? E le Majorettes Folk di Padova nelle loro “divise eleganti, camicie in seta, mantelle azzurre per l’estate ed eleganti mantelle rosse per l’inverno, gonne bianche e sorriso a 360°.”? Esistono le maschere di carnevale tipiche delle aree montane e sono bellissime, particolari, uniche come le maschere lignee di Forno di Zoldo, di Sappada, per non parlare dei Mammuthones sardi, insomma a voler cercare di maschere di montagna ce ne sono molte e queste darebbero davvero un sapore autentico alla manifestazione. Qualche accenno c’era stato le prima volta, perché è stato sepolto? Il cliché che si ripropone quest’anno è vecchio, insulso, incapace di costruire un appuntamento culturale significativo e di ampio respiro. Ancora la stessa musichetta da centro commerciale, sentita alla Befana, sentita a Natale.