Anche la lingua parlata dalla gente, un dialetto ladino rimasto incontaminato proprio per l'isolamento della zona e giustamente difeso come antica e preziosa tradizione popolare, contribuisce a creare un alone magico e irreprensibile.
Esattamente come si conservano ambienti e linguaggi, così accade anche per la cultura materiale legata all'alimentazione.
In zone così isolate, dove per alcuni mesi ogni anno si rischiava di non poter neanche varcare i valichi che separano una valle dall'altra, l'arte della conservazione dei cibi non poteva che diventare un vero patrimonio della cultura materiale di quei luoghi.
A Sauris, la tecnica di stagionatura del prosciutto è divenuta nel tempo una sorta di tecnica diffusa in tutte le famiglie del paese.
La posizione particolarmente decentrata di Sauris, ha fatto sì che si sviluppassero attività economiche a ciclo completo, prima di tutte la conservazione degli alimenti.
Ogni gruppo familiare ha una tecnica di preparazione, ma ci sono comunque delle regole base.
Uniche aggiunte sono il sale, il pepe, il ginepro ed alcune essenze aromatiche.
La lavorazione è completamente manuale.
Dopo due mesi sotto sale, uno di esposizione al fumo e dieci di stagionatura in locali areati, il prosciutto è pronto.