Caro amico...

Da Oliviabluebell
Ieri ho passato il pomeriggio seduta sul mio letto, sotto le coperte... avevo voglia di un po' di tranquillità e di rilassarmi di fronte al pc, ai miei soliti video su Youtube e agli episodi di una nuova serie che il Piccolo Lord mi ha dato da visionare.Il tanto agognato e atteso cambio dell'armadio programmato ormai da settimane e rinviato di continuo è stato fatto e guardare fuori dalla finestra e vedere la pioggia scrosciante e i vestiti e gonne estive che mi aspettavano mi ha fatto sentire nostalgia del mare, del caldo, del sole, perfino della salsedine.Ed è stato il preludio a un po' di malinconia che a volte, in pomeriggi come quelli, mi assale. Ci sono dei momenti in cui vorrei solo silenzio intorno a me per poter sentire il rumore del mio respiro o il suono dei miei pensieri.Sabato sera sono stata a una festa di compleanno di una cara amica, sono arrivata palesemente in ritardo quando ormai erano già tutti lì da un po' e qualcuno già meditava di andarsene...ho fatto la mia entrata con il mio rossetto rosso e la giacca bon ton e ho cercato di interagire con tutti....ho parlato molto, anzi direi che ho interagito più del solito eppure mi mancava qualcosa. Lui non c'era.Un invito a una domenica mangereccia che ho dovuto rifiutare causa comunione, ma non mi sento in colpa. Sarà il periodo che mi rende paranoica, sarà che sono molto sensibile e attenta ai toni delle persone ma quel "venite anche voi vero?" mi è sembrato più l'invito di una singola persona che tiene veramente alla nostra presenza che non un invito perchè si è parte dello stesso gruppo. Ho avuto la netta sensazione, così come la prima volta che è uscito l'argomento, di essere stata tirata in ballo solo perchè presente ma di fatto, esserci oppure no non cambia molto le cose.Ed è una brutta sensazione perchè ti rendi conto che le tue scelte di vita, i tuoi modi di affrontare le cose, la tua comprensione incomprensibile ai più ma che tu sai che hai i tuoi motivi per aver fatto e detto certe cose non sono condivise da chi diceva di esserti amico. O perlomeno dalla maggior parte di essi.Ma alla fine chi si può considerare un vero amico?Ho sempre creduto più nell'amicizia che nell'amore, pensando che un amico è per sempre mentre l'amore può essere passeggero e ci ho investito molto. Sono anche una persona estremamente risevata e tirare fuori la mia sofferenza e renderla visibile a tutti non è stato facile, ma ho reputato quelle persone fidate, persone con cui valeva la pena condividere le mie sensazioni e le mie debolezze.Sia ben chiaro, non sto facendo di tutta l'erba un fascio, ci sono delle piacevoli eccezioni in questo racconto però mi chiedo che senso ha provare rancore verso chi ha sbagliato solo perchè tu, nella tua morale, non riesci ad accettare ciò che è successo o lo reputi inconcepibile quando dovrebbe spettare a me e solamente a me quel tipo di rabbia. Che, tra le altre cose, non ho.Quindi mi chiedo: se io ho perdonato e sono ancora qui, convinta della mia scelta e del giusto nelle mie azioni, perchè un amico non potrebbe semplicemente dire "Hai sbagliato, va bene, ma ti sono vicino comunque"?Credo che se vuoi bene a qualcuno è un tuo dovere fargli notare gli errori, anche in modo brusco, ma poi se ci tieni davvero a quella persona, gli resti accanto anche nell'errore, non dovrebbe diventare la discriminante che porta ad un allontanamento, anzi. Forse negli uomini dovrebbe anche scatenarsi una sorta di cameratismo no?E nonostante la questione non mi tocchi personalmente, mi sento comunque coinvolta seppur di riflesso e mi chiedo come sia possibile lasciare che rimanga tutto così superficiale.Ognuno ha un modo diverso di concepire le cose e si comporta di conseguenza però ho sempre immaginato che l'amicizia, quella vera, di lunga data, potesse durare per sempre e non che potesse affievolirsi di fronte a un errore.

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