La Befana ha portato via tutte le feste e a casa nostra è rimasto un ricordo stupendo: Babbo Natale quest’anno ha esaudito il mio desiderio e ha portato, lasciandoli rotolare giù per il camino, due libri da leggere con mia figlia di cinque anni. Due storie molto diverse, due illustratori molto diversi, due modi di leggere molto diversi.
Il primo è questo:
Una topolina coraggiosa, di Judith Koppens ed Eline Van Lindenhunizen, EDT, collana Giralangolo
C’è questa topolina che ha paura di tutto (più o meno come me): di andare sull’altalena, di fare un tuffo in acqua, di giocare a pallone.
Ha paura di farsi male, di cadere, di non farcela e perde tante belle emozioni.
Un suo amico giraffa le dona (come Timoteo dona a Dumbo la piuma che gli permette di volare, o almeno così lui pensa) un sassolino magico scacciapa
I bambini hanno sempre bisogno di un simbolo, non sanno come si fa a richiamare il coraggio, a non aver paura; e, come la lucina accesa nella stanza buia, un sassolino, che sta lì, concreto, fra le loro mani, è una spinta a credere in se stessi. Per poi scoprire (come Dumbo con la piuma) che sanno farcela anche da soli.
Chi mi regala un sassolino allora?
Il secondo libro, che ho trovato veramente magico, è questo:
Il bambino e la soffitta, di Maja Kastelic, casa editrice Le lettere.
Un bambino gira per la città e viene attirato dalla luce che esce da un portone (come lo saremmo tutti noi). Un gattino lo “invita” a seguirlo (quale bambino non seguirebbe un gatto?) e inizia un’avventura stupenda alla scoperta di una casa piena di ritratti, quadri e… disegni. Si innesca così un piccolo giallo e il bimbo inizia a seguire il gatto, le tracce, i disegni fino a raggiungere la soffitta del titolo. Dove trova una sorpresa…
Un libro straordinario, che racconta tante storie senza “dire” una parola. Uno dei cosiddetti Silent books, muti solo nella definizione. Forse anche più di libri canonici danno la possibilità, soprattutto quando le tavole sono così ricche di particolari e così ben disegnate, con luci, espressioni, ombre, diagonali che invitano alla “lettura”, di lavorare di fantasia e cogliere sempre più aspetti, sempre più particolari e così perdersi, mai come prima, nella storia, nell’atmosfera, nella scena. Come su un palco di un teatro, dove la scenografia abbraccia i personaggi, i protagonisti e noi che leggiamo siamo tutti attori e narratori della storia.
Ieri sera la mia bimba lo ha letto al suo orsacchiotto e poi ha voluto che lo raccontassi io a lei. La sua espressione stupita dal fatto che la mia versione fosse diversa dalla sua, i suoi occhi incantati davanti alle possibilità che le storie danno se solo le sai vedere, mentre mi indicava sulle pagine nuovi particolari, il nostro abbraccio “dentro” quella soffitta sono la dimostrazione più concreta della potenza, della magia del racconto.