Caro bersani ti scrivo

Creato il 16 luglio 2012 da Speradisole

Ti scrivo proprio in questi giorni, dopo l’assemblea di sabato 14 luglio, dove sembra che il tuo partito sia ormai “spacciato”, “finito”, “ dissolto”.”diviso”, “sepolto”, stando ai quanto viene scritto dai commentatori più illustri che il paese abbia. Ti scrivo perché credo che sia il momento, per te, di tenere ferma la barra del timone e di continuare come hai sempre fatto, guardando la realtà di questo paese e cercando di migliorare le condizioni di tutti noi, che stiamo vivendo un periodo bruttissimo, dopo le vigliaccate di Berlusconi

Non ho mai visto tanto fervore nel darti consigli su che cosa fare, e neppure tanti rimproveri per quello che fai, avanzati da parte di commentatori, giornalisti e politici di area diversa, e anche della tua parte.

Il  principali rimproveri riguarderebbero la tua mancanza di leadership, il tuo linguaggio, la tua continua attenzione a mediare le spinte interne, che non avrebbero altro scopo se non quello di soffocarti, la tua incapacità di dare chiari segnali di distanza del governo Monti, che, secondo questi consigliori, starebbe distruggendo il rapporto tra il Pd e la classe operaia.

Al contrario ti si vorrebbe un segretario capace di decidere la linea del paese senza tentennamenti, senza dubbi, senza mediazioni. Il consiglio più frequente che ti viene fatto è: via i centristi, via i moderati, via i poteri forti, via anche Di Pietro e, in alcuni atteggiamenti, via anche Vendola.

Fosse tutto qui? No. C’è la questione annosa del rinnovamento. Tu,dicono, non puoi far finta di vedere che c’è un’oligarchia che governa il partito da più di quarant’anni, incapace di essere in sintonia col paese e capace solo di preservare i suoi privilegi.

Ma da chi ti vengono queste critiche e tutti questi gratuiti consigli?

Da commentatori, politici e giovani rampanti che prima di scoprire l’etica in politica non hanno lesinato richieste di posti in  molte e svariate istituzioni dello Stato. Da opinionisti che per dare il proprio placet alla tua legittima aspirazione di candidarti alla guida del paese, pretendono una genuflessione, una sottomissione ai loro “alti pensieri” come se solo loro fossero i paladini della salvezza di questo paese.

Per favore, Bersani, ignora tutte queste prediche e vai avanti per la strada che hai intrapreso. Mostra quel senso “pratico” del mondo che ti è congegnale e ti consentirà di guidare il paese..Difendi quel senso pratico che ci ha permesso di avere un governo che, oltre ad averci liberato di vent’anni di malgoverno berlusconiano, ci ha ridato il coraggio di tornare a mostrarci nel mondo.

Una competenza ed un comportamento sobrio che sembravano non appartenere  più alla nostra storia, la capacità di pensare al bene pubblico che gli interessi privati avevano del tutto annientato.

La nostra Repubblica è nata con la scelta coraggiosissima di Togliatti di appoggiare il governo Badoglio: in quel caso si trattava di ridare agli italiani un’identità e dei valori che il fascismo aveva rozzamente cancellato. Tutti i paragoni sono arbitrari, ma sarebbe sufficiente ricordare ai tuoi critici così severi, che la situazione di crisi in cui ci troviamo non è data solo dalle conseguenze di una crisi finanziaria, ma anche dal modello valoriale degli ultimi 20 anni, che ha creato danni alla nostra democrazia.

Continua con la tua paziente opera di mediazione, perché tra i gusti di una cultura che ha pervaso ormai anche il centrosinistra, c’è l’attitudine a mostrare sempre il proprio io e mai a difendere la linea di partito

Non ascoltare le critiche di chi ti invita a stare un giorno sì ed un altro no, sull’Aventino, ricorda a quei signori, quanti ostacoli  ti hanno messo davanti ogni volta che sei stato tu a promuovere un reale rinnovamento.

Continua ad avere un profilo “basso”, non ricercare le formule che ti identificano come una star, utilizza il tuo linguaggio pieno di storia e di arcaismi materiali, perché questo paese, per essere governato, ha bisogno di un uomo capace di mediazione, di senso pratico, di sensibilità, di coraggio e di onestà.

(Liberamente tratto (e aggiornato) da un articolo di  Massimo Bray)



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