Scritto da: Luisa Cassarà 3 dicembre 2013 in Notizie dal mondo Inserisci un commento 38 visite
Città che vai, caffè che trovi
Prendere un caffè al bar non è una semplice operazione di routine. Forse per alcuni lo è, ma in teoria non dovrebbe esserlo per nessuno: come si fa a non prestare la dovuta attenzione ad una bella tazzina fumante e alla lievissima sensazione di ustione che si prova poggiando sulle labbra la ceramica rovente? Sono tantissimi i consumatori coraggiosi che sopportano quotidianamente quella sensazione senza battere ciglio.
E non parliamo poi del rapporto che lega un cliente con il suo bar abituale, che lo accoglie a partire dalle prime ore della giornata, prima che inizino il lavoro, le scadenze, le commissioni ed ogni tipo di incombenza. Sarà che siamo italiani e che per noi fare bene il caffè è un arte, sarà che quel rito quotidiano è un momento cui non vogliamo rinunciare, fatto sta che non ci può lasciare di certo indifferenti la notizia che il caffè al bar a Palermo (ed anche in altri parti d’Italia) costa, a partire dal primo dicembre, 10 centesimi in più, raggiungendo così nella maggior parte degli esercizi del capoluogo siciliano la cifra tonda di 1 euro.
Chi se lo ricorda il prezzo di un caffè al bar ai tempi della lira?
Il costo di un caffè è andato lentamente, ma in modo costante, crescendo nel corso degli anni: gli operatori del settore si giustificano parlando di tasse, Tares, Imu, affitti più cari e costo del lavoro in generale. A consolare i cittadini palermitani ci pensa la media dei prezzi nazionale, che arriva in alcune città ad 1,20 euro (se escludiamo i casi-limite delle località di lusso). L’Italia (ed i baristi) si dividono in merito ad una tazzina, ma c’è comunque speranza: città che vai, caffè che trovi… ma chi se lo ricorda più quanto costava un caffè al bar ai tempi della lira?
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