Caro editore ti scrivo…

Creato il 15 marzo 2011 da Manuelapeace

Caro editore, tu che mandi lettere preconfezionate ad ignari aspiranti scrittori dopo pochi, troppo pochi giorni, dal ricevimento del manoscritto per averlo davvero letto e valutato, tu che scrivi nella suddetta lettera cose come “Gentile autore, dopo attenta lettura da parte del nostro comitato di lettura e per aver riconosciuto nella sua meritevole opera lo stile fluido e immediato e la giusta collocazione temporale dei personaggi che ben si muovono in una trama ben costruita, attuale e avvincente, siamo lieti di comunicarle che la sua opera ha avuto il consenso del nostro editore per una prossima pubblicazione. Troverà pertanto allegato alla presente un contratto di edizione con le condizioni che le abbiamo riservato”, dovresti sapere alcune cose. Primo che la ripetizione della parola “lettura” è un errore imperdonabile per uno che si definisce “editore”.

Secondo poi che è da persone abbiette illudere l’ ignaro autore che, leggendo la tua missiva prestampata come quelle delle pubblicità in cui ti fanno credere di aver vinto l’ultimo modello di Bmw, due lingotti d’oro, una pelliccia di volpe siberiana e pure un viaggio per due ai Caraibi, per pochi istanti pensa che sì, finalmente il suo romanzo nel cassetto avrà visibilità, presto sarà in tutte le librerie, probabilmente verrà anche tradotto in varie lingue ed egli sarà consacrato finalmente “Scrittore” , frequenterà i salotti letterari, verrà invitato nelle trasmissioni televisive acculturate e persino da Marzullo a stabilire una volta per tutte se la vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere.  Non per niente nel Regno Unito l’editoria a pagamento viene giustamente detta vanity press.

 Devi sapere inoltre caro, anzi carissimo editore, ma probabilmente lo sai benissimo, che un autore - sia esso scrittore, poeta, drammaturgo o giornalista - che propone il suo lavoro ad un editore, lo fa riponendo in quella figura una grossa fiducia. Inviandogli quelle sofferte pagine scritte, dopo mille dubbi e ripensamenti, gli sta dicendo “Ecco, ti affido questa mia creatura affinchè tu possa trasformarla in pagine stampate e diffonderla tra la gente con i mezzi di cui tu, editore, disponi. Se il mio lavoro ti piacerà ne farai un libro, lo venderai e mi darai la mia piccola parte di guadagno, altrimenti…peccato,  me ne farò una ragione”. Non gli sta certo dicendo ecco, oltre a darti il mio manoscritto ti offro pure un assegno di duemilaottocento euro e magari anche una fettina del mio deretano per la pubblicazione e la finta distribuzione che sia io sia te sappiamo bene non verrà mai effettuata in nessuna libreria.

Eh già caro editore, perchè tu non sei così onesto da rispondere che il manoscritto non rientra nelle tue collane editoriali (una bella perifrasi per dire il libro suo nun ce interessa nè mò nè mai) o adottare un pietoso silenzio, no. Tu approfitti biecamente della buona fede dell’ignaro autore (chiaro vero che non sto parlando della sottoscritta che è una vita che combatte la battaglia contro l’editoria a pagamento e che, schivando varie proposte, non è mai caduta nella trappola?) il quale, lusingato dalle quattro righe standard infarcite di complimentini letterari e abbagliato dal miraggio di vedere il suo  libro nella vetrina della libreria, rinuncia al motorino e si fa dare i soldi da mamma e papà, anch’essi inorgogliti dal pargolo scrittore, che tanto amici e parenti non lo sapranno mai che è scrittore pagante, oppure sacrifica i risparmi o - giuro che li conosco -  chiama Findomestic per il prestito, si indebita e firma il contatto-capestro con l’editore bandito.

Vedi caro editore a pagamento, io ma anche altri che scrivono da anni per mestiere, riteniamo che se un editore crede davvero in un’opera, deve crederci fino in fondo, anche perchè, chiedendo soldi, non dimostra di  essere convinto della vendibilità del testo e se non è convinto lui, certamente non convincerà i potenziali lettori. Nel caso degli illustri scrittori che tu citi nella famosa lettera e dici  essersi  finanziati il libro quando erano agli esordi, ti rispondo che primo non ci credo, secondo che se l’hanno fatto erano altri tempi, perchè tutti quelli che conosco io che hanno pubblicato a pagamento sono passati dall’illusione alla delusione e non saranno mai credibili come scrittori. Sono convinta che l’editoria a pagamento arricchisca soltanto ed unicamente te editore malandrino. E il caso più eclatante, ma purtroppo non certo l’unico, è questo. L’editore a pagamento più famoso d’Italia è stato gabbato dai ragazzi di Writer’s Dream, intelligente portale per scrittori, aspiranti e non, che gli hanno inviato un testo illeggibile,  un’accozzaglia di pagine di blog, Wikipedia, stralci di racconti e poesie e quant’altro, assemblati senza alcun senso logico. Il Gruppo Albatros, tanto per non far nomi,  ha accettato di pubblicare il manoscritto per la modica cifra di  euro 2491,36 . Potete scaricare il testo tarocco cliccando qui. Poi giudicate voi.

Meditate gente con manoscritti nel cassetto, meditate………….

  


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