Caro Jeff Bezos: investi in economia e non in fantasia

Creato il 29 marzo 2012 da Elvio Ciccardini @articolando

Jeff Bezos, miliardario fondatore di Amazon.com vuole recuperare dagli Abissi dell’Atlantico i motori della missione Apollo 11.

Premesso che ripulire da ogni forma di inquinamento i mari è buona cosa. Non è possibile proporre uno scambio?

Qualcuno potrebbe proporre a Jeff Bezos questo scambio?

Lui rinuncia al recupero dei motori dell’Apollo 11. La metà della cifra investita in questa operazione, la destina, in Italia, alla formazione di giovani laureati, da impiegare nel settore delle ICT, di cui lui è massima espressione imprenditoriale…

La formazione sarà finanziata, quindi pagata, solo a valutazione finale dei corsisti. Conoscendo noi italiani e la nostra bulimia nel fagocitare risorse di cui non disponiamo, si potrebbe proporre questo patto di garanzia.

“Bezos  finanzia la formazione solo se, definiti degli obiettivi formativi, alla fine dei corsi, i corsisti hanno raggiunto le competenze necessarie (definite da Bezos stesso) per essere lavoratori competitivi nel settore individuato”.

In questo modo nessun docente inadeguato sarà assunto e nessuno studente lavativo avrà accesso alla formazione. In poche parole minimizziamo lo spreco di capitale umano.

Alla fine del corso, con la metà del capitale speso, Bezos potrà realizzare, a costo zero, una filiare Amazon.com in Italia (con investimenti a fondo perduto). Inoltre, il Governo garantirà che l’investimento sia in linea con i parametri di competitività del Mercato Unico Europeo. Sia in termini di imposizione fiscale, sia di burocrazia. La media sarà fatta tenendo ferma una unica variabile: il costo del lavoro, che rimarrà sulla media italiana (che in ogni caso è la più bassa d’Europa). L’investimento, tuttavia, non potrà essere dismesso fino a completo ammortamento del capitale iniziale investito.

Se la politica avesse a cuore il territorio chiamato ad amministrare, di fronte ad un miliardario che, per soddisfazioni personali, investe altrove e non in attività d’impresa, non farebbe altro che insistere, insistere e insistere, fino a quando le priorità etiche dell’agire sociale non prevalgono alle stravaganze personali del miliardario in cerca di qualcosa di nuovo!

Se poi la vanità personale vuole, tra gli accordi, una piazza a lui intestata… poco importa, basta che gli imprenditori miliardari la smettano di investire in stravaganze e ritornino a creare sviluppo sociale!