Caro Lucio, ti scrivo...

"Caro Lucio, ti scrivo, così mi distraggo un po', e siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò...". Parafrasare "L'Anno che verrà" è facile e difficile al contempo in una giornata come questa, in cui una icona della nostra musica, della nostra generazione, dei nostri sentimenti, se ne va così, all'improvviso, inaspettatamente. Lo abbiamo sempre amato Lucio Dalla, per quella sua faccia scanzonata da furbetto, per quel tocco di genialità che dava alle sue performances e ai suoi testi, per le sue parole mai fuori posto in qualsiasi intervista sia comparso. Ci ha fatto sorridere da morire per la sua peluria ben al di sopra della soglia di normalità e quante voglie abbiamo sfottuto un amico o riso in spiaggia per un tipo paragonabile a Lucio. In realtà, lasciando stare la retorica di circostanza, in pochi erano e sono paragonabili a Dalla, vuoi per la grande carriera dell'artista bolognese vuoi per il carisma del personaggio. Che lascia un vuoto enorme nella musica italiana e nella cultura del nostro Paese, un vuoto per certi versi incolmabile. Oggi siamo un po' più soli. Coi nostri vinili, 33 e 45 giri, con i nostri cd e dvd. Ma Lucio è lì, allegro come sempre, con un microfono bianco su una nuvoletta candida, pronta ad intonare "Se io fossi un angelo, chissà cosa farei...". Adesso puoi scoprirlo. Ciao.