Carosello deglo orrori: i Renzis

Creato il 02 ottobre 2014 da Oggimordo @OggiMordo
La mia capa, francese, ha deciso che vuole essere la prossima signora Renzi.
Così, dopo averlo visto dieci minuti in tv.
"He's so cool!"
?
"He's so charming!"
??
Ora, smettiamola di raccontarci cazzate. Abbiamo tutte gli occhi. Matteo Renzi è un cesso. Almeno dal collo in su. Ha pure la panzetta (valutata diversamente da seconda dei gusti, ma per me un peccato mortale). C'è chi ci ha costruito una carriera sulla quantità di fotografie che girano con MR in una posa inguardabile.

Foto: Matteo Renzi che Fa Cose


E poco mi importa se Vanity Fair Francia l'ha nominato tra gli uomini meglio vestiti al mondo. Primo, sono francesi, quindi non contano. Un paese dove il massimo del fashion nella vita quotidiana è il grigio, non ha diritto di parola. Noi qui non abbiamo solo una Garance Doré, abbiamo mille fashion blogger e duemila persone che fanno altro, ma vestite benissimo.
Secondo è un politico, cazzo. Io lo valuto per quello che fa, non per quello che indossa. Certo che ha uno stile diverso dagli altri, ha la metà degli anni delle cariatidi che popolano il nostro panorama politico. Anche quelli più giovani sono vecchi dentro, quindi basta una camicia bianca e hai svoltato. Come quando per la prima comunione il mio amico si mise le scarpe da tennis (negli anni '90 non si chiamavno sneaker) invece che i mocassini che gli altri avevano comprato per l'occasione. Sai che svolta. Come dice la mia amica Iards, "Nella valle dei ciechi, beato chi c'ha un occhio". E' così che valutiamo chi ci governa: il meno peggio.
Comunque, ho detto al mio capo che Renzi è charming solo se non lo senti parlare. Il suo charme si fonda sul fatto che lei non capisce cosa dice.
Se lo capisse, la sua curva di interesse sarebbe "Oh, ecco forse uno che dice cose intelligent...ma quanto parla quest...ma cosa avrà voluto dir....ehi ma non fa parlare nessun altro, ok mi ha rotto le palle."
Ma lei è ancora ferma alla fase "Sono francese e chiunque parli in italiano sembra che dica cose intelligenti."
Per convincerla, le ho detto che è sposato.
"Whit who?" Rapida googolata su Agnese Renzi (come vedete le nostre riunioni sono molto pregne di contenuto) "Oh, she's not beautiful, I can do it."
Praticamente, si è convinta ancora di più che ce la può fare. E, per la teoria dei sei gradi di separazione, secondo me può arrivare a incontrarlo. Ma, se avere una conoscenza occasionale (perfino biblica) con lui è teoricamente possibile, diventare la signora Renzi è tutta un'altra storia.
Primo, Agnese Renzi non sarà Charlize Teron, davanti. L'avete vista in costume? Il suo fondoschiena parla, molto più di lei, e dice "Silenzio, parla Agnese". I suoi addominali piatti, alla facciaccia delle tre gravidanze, vi ridono in faccia. Le gambe tornite aggiungono il punto finale. Non c'è niente da dire.

Secondo, Agnese Renzi è santa. Che cosa deve essere convivere con un giovane (prima o poi parliamo della concezione di "giovane" in questo paese) politico (acc...) rampante (acc acc...) ambizioso che passa da sindaco di Firenze a Presidente del consiglio? Deve essere un sacco di solitudine quando lui è fuori (spesso) e un sacco di pallitudine quando lui c'è, quando tutto ruota intorno a lui e al suo ego smisurato. Una santa o una pazza. O forse è sorda.
Certo, non è perfetta.
Nella studiatissima strategia di assalto al potere, Matteino nostro, impegnato a studiare i dati, a studiare come frastornare l'avversario con la sua prorompente dialettica, a studiare il proprio look e il chiodo alla Fonzie, si è perso un pezzo: lo stile della first lady.
I primi giorni dopo la nomina era comprensibile che la signora Agnese non fosse preparata. Guardi, Agnese, le confesso, non eravamo pronti neanche noi. Il passaggio dalle notizie di fondo del TG1 al Governo è stato talmente rapido che ci stiamo ancora chiedendo come sia successo. Il Cavaliere Impavido era convinto che fossimo andati a votare. "Beh, se è lì l'avremo eletto, no?" "No." "E quindi come è successo?""Ehm..."
Ad ogni modo, passare dalla cucina di casa a una serie di impegni istituzionali che richiedono un abito diverso ad ogni occasione non deve essere indolore, neanche per il portafoglio.
Però Agnese, se vuole un paio di dritte, c'è l'internètte: in pochi giorni asos.com, yoox.com, anche Zara e H&M le consegnano a casa quello che vuole. Basta avere gusto. Oppure scrivere alla Zitella.
Ma lei di gusto non ne ha molto, perché alla fine ha scelto Ermanno Scervino. Parliamone.
Un abito ci può stare, due anche, ma cazzo Agni, non tutto lo showroom!
Consiglio per i consiglieri distratti del marito: impara da George, Matteo, che prima ancora di scendere in campo ha scelto il migliore accessorio sulla piazza: Amal.
In questo si riconosce lo stile italiano nella politica, nel fatto che le donne sono talmente accessorie da essere inutili. Vi ricordate la moglie di qualche politico famoso? Io no, forse quello di qualcuna delle amanti-poi diventate la seconda moglie di Fini, Casini e un paio di altri. Per il resto solo cariatidi ancora più vecchie dei dinosauri che ci sono in Parlamento.
Invece in Ammeriga (ma anche in Francia) ci pensano a queste cose. Ora, a noi dovrebbe interessare solo il politico per quello che fa, ma se poi il premier va a farsi un giro alla Casa Bianca e scattano delle foto ufficiali e ne usciamo malconci.
Noi. Che ci facciamo spiegare come ci si veste. Dagli ammerigani.
Dàààààài.
Da gente che va in giro così:

Serena Williams al matrimonio della sua ex migliore amica


Nicki Minaj un giorno in cui non le avevano detto che doveva uscire


Katie Holmes che annuncia al mondo di non voler più essere amica di Victoria Beckham.


Cioé, anche noi abbiamo Valeria Marini e Marina Ripa di Meana, ma abbiamo molto più da dire dei trans-oceanici sulla competenza in fatto di moda.
Quindi, per cortesia, Agni, si procuri un' amica, una stylist, una Zitella, ci dia il suo indirizzo e le mandiamo dei look già pronti. Non faccia da sola, per carità, che poi incvappa negli stessi errori della wannebe prossima first lady, Cristina Parodi, che si sta allenando da anni, e a furia di copie magari ce la farà.
E... sì, sono tornata.

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