CARTA CANTA: non ammazzare l’Amazzonia!
Se avete meno di 30/35 anni ne dubito, quindi parto con la spiega: trattavasi di campagna di sensibilizzazione contro il disboscamento selvaggio dell’Amazzonia, che aveva portato all’abbattimento di una distesa di alberi pari alla superficie elvetica. Una cartina del Brasile, l’Amazzonia in verde ed in mezzo una chiazza arida a forma di Svizzera. Semplice e diretta.
Questo è il primo ricordo che la parola “Amazzonia” evoca nella mia mente. Il secondo, invece…
Ora, attraverso una sequenza di libere associazioni, che Freud si fregherebbe le mani, vi offro questa analisi sociologica, tratta da un fatto di cronaca, relativo ad amazzoni nostrane.
Il 29 gennaio 2014, alle ore 21, il deputato del M5S De Rosa, apostrofava alcune parlamentari del PD con soave simpatia: “Voi donne del Pd siete qui perché siete brave solo a fare i pompini“. Ne è seguito, ovviamente, un putiferio mediatico con le deputate offese, capitanate dall’onorevole Moretti, che, colta la palla al balzo, approfittavano di ogni ospitata televisiva per gridare “basta con questa visione maschilista della politica!”.
Basta lo dico io! Ecco cosa è successo veramente! Massima diffusione! La Kastaaaaaaaaa!…
Proviamo per un attimo a cambiare angolazione: accusare donne, generalmente di bell’aspetto, di aver ottenuto posizioni di prestigio in cambio di fattori sessuali, è degradante innanzitutto per gli uomini! Insomma, saremmo così depravati, così smidollati, da concedere scranni istituzionali in cambio di semplice sesso orale. Per così poco ti regalo una foulardino, un gioielluccio, una sciocchezza, non un ministero!
Ma torniamo all’Amazzonia.
Come ci poniamo, ad esempio, riguardo all’utilizzo ecosostenibile della carta? Stiamo attenti agli acquisti? Controlliamo che sulle confezioni ci siano i marchi giusti, o ci interessa solo nettare le chiappe con il maggior numero possibile di morbidi veli?
Questa recensione vorrebbe essere un aiuto per orientare i nostri acquisti cartacei nella direzione più ecocompatibile possibile. E sapete perché? Perché anche al discount si può!
Piccola premessa: esistono grossomodo due tipi di prodotti ecocompatibili, quelli di carta riciclata al 100% e quelli con bollini tipo l’FSC, Forest Stewardship Council (o il PEFC, Programme for Endorsement of Forest Certification schemes), che garantisce che il prodotto è stato realizzato con materie prime derivanti da foreste correttamente gestite secondo i principi dei due principali standard: gestione forestale e catena di custodia. Lo schema di certificazione FSC è indipendente e di parte terza. Le ispezioni infatti vengono effettuate da 17 enti di certificazione in tutto il mondo.
Come esempio di comparazione userò Coop (ma se non sbaglio anche Conad adotta una politica simile), che commercializza carta igienica, rotoloni multiuso e fazzoletti da naso esclusivamente dell’uno o dell’altro tipo, diversamente dai grandi brand mondiali che nella stragrande maggioranza dei casi non presentano alcun tipo di certificazione di ecosostenibilità. Non prenderò in esame i tovaglioli di carta, semplicemente perché quelli di stoffa sono più “etici”.
La tabella riassume gli acquisti possibili, limitandosi ai prodotti regolarmente sugli scaffali ed escludendo quelli che invece compaiono saltuariamente (p.es. da Eurospin):
Fazzoletti da naso Asciugatutto Carta Igienica
coop Viviverde (100% carta riciclata) 1,25€ x 10 pacchetti (=0,125€ cad.) 1,80€ x 2 (=0,90€ cad.) 2,10€ x 4 (=0,525€ cad.)
coop (FSC) 1,71€ x 15 (=0,114€ cad.) 2,02€ x 3 (=0,67€ cad.) 3,92€ x 16 (=0,245€ cad.)
Lidl: Floralys (FSC) 1,19€ x 18 (=0,066€ cad.)
Tuodì e Dico: Evelyn (100% riciclata) 0,99€ x 10 (=0,099€ cad.) 1,29€ x 2 (=0,65€ cad.) 1,99€ x4 (=0,497€ cad.)
Penny: Lucart (100% riciclata) 2,49€ x 2 (=1,25 cad.)
Penny: Gran Finale (FSC) 2,69€ x 12 (0,244€ cad.)
Partiamo dai fazzoletti da naso, immancabili nelle borsette delle signore e anche nelle tasche di chi soffre di rinite allergica come il sottoscritto. Due possibilità: Lidl, con i fazzoletti Floralys, certificati FSC a 1,19€ per 18 pacchetti, ovvero 0,066 l’uno, circa la metà degli omologhi coop e, soprattutto Tuodì (che ha assorbito Dico) con la linea Evelyn 100% carta riciclata. Questi ultimi costano poco più dei Floralys, ma meno non solo dei Viviverde, ma anche dei coop “normali”.
Passando ai rotoloni asciugatutto qui il competitor è ancora Tuodì: in questo caso gli Evelyn rappresentano anche la scelta più economica.
Chiudiamo con la carta igienica, soffice amica della nostra igiene intima: in questo caso l’offerta si allarga anche a Penny. Ma se la carta igienica Lucart è costosissima (dovrebbe cambiare nome in Lucartier…), la Gran Finale, nome strepitoso che rende bene l’idea di quando soave possa essere concludere degnamente una seduta di gabinetto, tra l’altro prodotta sempre da Lucart, ha un rapporto qualità/prezzo imbattibile. Da segnalare però che i rotoli Evelyn, che costano quasi il doppio, sono in formato maxi.
Piccolo distinguo sulla carta igienica: quella 100% da carta riciclata è di solito meno spessa, 2 veli, mentre quella marchiata FSC c’ha i suoi bei tre veli ed è quindi più robusta e morbida.
Personalmente ho provato tutti i prodotti elencati e posso garantire che quelli del discount non hanno nulla da invidiare a quelli della coop e che, soprattutto, gli uni e gli altri sono certamente una scelta, economicamente ed ecologicamente parlando, migliore rispetto ai grandi brand.
E poi, siamo o non siamo italiani? Siamo o non siamo igienicamente superiori al mondo intero grazie all’uso del bidet? E allora usiamo la carta con parsimonia e consapevolezza!