Un'operazione di 920 milioni di euro, con cui il gruppo Springer spera di ottenere, entro il 2020, il 50% dei ricavi proprio dall'online (dall'ottobre scorso, alcune parti del sito della Bild sono a pagamento). Una situazione in cui i due gruppi (Springer, da anni un colosso editoriale, e il più piccolo Funke, che spinge per allargare il suo mercato) mirano ad unire le loro forze in una massiccia operazione di marketing. Resta da stabilire – ma questo lo deciderà il tempo – se questa strategia editoriale produrrà gli effetti sperati: come evidenziato in un recente articolo de Il Corriere della Sera, non è sufficiente un investimento economico nel digitale per ottenere dei lauti guadagni, quanto piuttosto puntare su una tattica adatta a questo tipo di prodotto. Insomma, elaborare un'idea originale, che rappresenti qualcosa in più rispetto agli esperimenti nel digitale avviati negli ultimi anni.
Certo, il caso Springer-Funke rappresenta un grosso passo in avanti nei nuovi sistemi d'informazione, uno sguardo sempre più approfondito a un settore, quello dell'online, che sempre più si configura come una valida alternativa allo storico cartaceo. Tuttavia, c'è chi ancora preferisce maneggiare la carta stampata, e proprio per questo la manovra della Springer non appare di riuscita così certa. Il fatto stesso di mettere alcune sezioni della Bild a pagamento spinge a chiedersi se i lettori apprezzeranno o meno la novità, o se sceglieranno, semplicemente, di orientarsi sulla lettura di altri quotidiani.
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