di Rolando Berretta
Chi non conosce la celebre frase: ”Buscar l’Oriente per l’Occidente” che ha reso immortale Paolo dal Pozzo Toscanelli? Chi non è rimasto stupito davanti alle sue celebri carte? Ci sono due lettere, in latino, nella raccolta di PIO II che attestano una corrispondenza tra Toscanelli e Colombo che tradotte ….in nostra volgare favella suonano cosi:
A Cristoforo Colombo, Paolo fisico salute! Io vedo il nobile e grande desiderio tuo di voler passar là dove nascono gli aromati (spezie): onde, in risposta di una tua lettera, ti mando la copia di un'altra lettera, che poco fa io scrissi ad un mio amico, confidente del serenissimo re di Portogallo, in risposta di un' altra, che, per commissione di sua altezza, egli mi scrisse sopra detto caso. E ti mando un'altra carta nautica, simile a quella che io mandai a lui, per la quale resteranno soddisfatte le tue domande
La copia di quella mia lettera è questa:
A Fernando Martinez, canonico di Lisbona, Paolo fisico salute!
Molto mi piace intendere la dimestichezza, che tu hai col tuo serenissimo e magnificentissimo re: e quantunque molte altre volte io abbia ragionato del brevissimo cammino che è, per la via del mare, di qua alle Indie, dove nascono le spezierie, il quale lo tengo più breve di quel che voi fate per Guinea…
Basta questa frase per dimostrare che il Toscanelli, con questo testo, non ha nulla a che fare. Nel 1474 i Portoghesi non vanno assolutamente da nessuna parte. Capo di Buona Speranza fu doppiato da Bartolomeo Diaz nel suo celebre viaggio del 1487/88. Basta, poi, seguire le date della conquista portoghese per capire in che periodo…fu scritta la lettera. Per onestà di cronaca questo lo sanno, pure, tutti gli Accademici. Tralascio il resto della lettera che è uno scopiazzamento generale del Milione di Marco Polo e mostro la parte finale:
Da Firenze, addi 25 giugno dell'anno 1474.
(da: Francesco Costantino Marmocchi – 1840 – Raccolta di Moderni Viaggi dalla scoperta del Nuovo Continente fino ai dì nostri)
“Dalla città di Lisbona, dritto inverso ponente, sono in detta carta ventisei spazi,ciascuno de' quali contiene dugento e cinquanta miglia,fino alla nobilissima e grande città di Quisai; la quale gira cento miglia, che sono trentacinque leghe, ed ha dieci ponti di pietra marmorea. Il nome di questa città significa abitazione celeste, e di essa si narrano cose maravigliose intorno alla grandezza degli ingegni, e alle fabbriche e alle rendite. Questo spazio è quasi la terza parte della sfera.
Giace questa città nella provincia di Mango, vicina alla provincia del Cataio, nella quale sta la maggior parte del tempo il Re. Dall'isola d'Antilia, della quale avete notizia e chiamate di Sette Città, infino alla nobilissima isola di Cipango, sono dieci spazi, che fanno due mila e cinquecento miglia, cioè dugento e venticinque leghe: la quale isola è feracissima d'oro, di perle e di pietre preziose. E sappiate, che con piastre d'oro fino coprono i templi e le case regali in quell’isola; di modo tale che, per non esserne conosciuto il cammino, tutte queste cose rimangono nascoste e coperte, quantunque ad essa si possa andare sicuramente. Molte altre cose potrei dire; ma come io ti ho già parlato anche a bocca, e conosco che sei prudente e di buon giudizio, mi rendo certo che non ti resta cosa alcuna da intendere, e però non sarò più lungo.
E questo sia per soddisfazione delle tue richieste, quanto la brevità del tempo e le mie occupazioni mi hanno concesso. E cosi io resto prontissimo a soddisfare e compiutamente servire sua altezza in tutto quello che mi comanderà.
Nel 1511 i Portoghesi raggiunsero Canton che è posta sul Tropico del Cancro. Quest’ultima zona compare nelle carte Castiglioni, Ribeiro e Salviati che sono del 1527,29 e 30. Per veder Quinsay bisogna aspettare le carte del periodo di Gerardo Mercatore. Quisay (Quinsay- zona Pechino) è posta a 40° nord, quasi, di fronte a Lisbona. Nel 1474 era impossibile collocarla geograficamente.
Le carte del Toscanelli, che troviamo nei vari testi, sono opera di H.Wagner come sue sono le misure rilevate nei portolani; le distanze sono di 1.230 metri contro i 1.480 del miglio romano canonico o di 1.478,5 misurati sulla via Appia.
Torniamo alla lettera. Il re del Portogallo chiese al Toscanelli una spiegazione semplice per capire le distanze, a parità di gradi o meridiani, che si percorrevano sui vari paralleli. Tutto qui. Don Ferdinando Colombo (scusate: mi è scappata) non ci ha capito molto. Provo a spiegarvi la faccenda.
Siamo nella Firenze del Toscanelli. Si sta traducendo Tolomeo e stanno prendendo forma le sue celebri 27 tavole;180° di Terra. Tutte le città hanno la loro giusta collocazione. A questo punto sorgerebbe una domanda: ma era impossibile misurare il diametro della Terra all’Equatore ? Tolomeo dà 24.000 miglia. Tutti citano Tolomeo e le sue misure ma nessuno le ha mai verificate?
Secondo i nostri Accademici, sin dal 1.200, i nostri abili marinai disegnarono svariati portolani passando lungo le coste: dal Nord/Europa fino al M.Caspio. Saranno stati in grado di prendere la distanza esatta tra due località poste sullo stesso meridiano distanti 10° ? Anche di soli 5°.
Stabilita la distanza di 10° di meridiano con una semplice moltiplicazione * 36 si sarebbe conosciuta la misura della circonferenza dell’Equatore. Le linee verdi evidenziano una misura di 15° di meridiano. Sappiamo, oggi, che la circonferenza, o parallelo, dell’Equatore misura 40.076 Km. I nostri valenti cartografi, però, utilizzavano il Miglio romano pari a 1.480 metri (o di 1.478,5 ?). Con una semplice divisione possiamo ottenere la circonferenza dell’Equatore in miglia romane: 40.076 / 1,48 (km) = 27.078,378 (contro le 24.000 di Tolomeo e Alfragano).
Dai ricordi scolastici riemerge una formuletta che recita : Raggio (r) * 6,28 = Circonferenza.
Sappiamo che la Terra è attraversata da diversi paralleli (circonferenze) che si restringono
salendo verso il Polo e, conseguentemente, anche il raggio di un parallelo si restringe.
Volendo fare un giro completo, un viaggio, sul nostro pianeta Terra, è evidente che la distanza sulla linea dell’Equatore sarà massima. Sugli altri paralleli la distanza diminuirà in base alla distanza dal Polo. Al Polo basterebbe fare un giro su se stessi per percorrere i 360° di circonferenza.
Stabilito che la Terra è una sfera com’è possibile calcolare il raggio di un determinato parallelo per trovare la sua misura di circonferenza? Basta “proiettare” il raggio interessato sul raggio dell’Equatore già scomposto in cento parti. Si calcola quindi la percentuale. Provate a indicare con una matita un qualsiasi punto del goniometro che rappresenta i 90°. Osservate dove cade, sul raggio equatoriale, la sua perpendicolare. Roma, ad esempio, proietta un raggio pari al 74/100 del raggio equatoriale. (A parte preparatevi un foglio di calcolo di Excel e fate le verifiche con tanto di radianti e coseno). Anche “praticamente” non è impossibile avere dei valori molto vicini alla realtà.
Da parte mia sono rimasto “stupefatto” per una distanza segnalata nella lettera del Toscanelli.
Si parla di 26 parti da 250 miglia romane. Quella misura la conosco Io perché me l’ha suggerita Marino di Tiro. Quella misura è presente, solo, su un solo parallelo. Quella misura era riportata in qualche carta. Per capire di cosa sto parlando bisogna sviluppare, in piano, la sfera della Terra.
La figura ottenuta va divisa in 80 parti di meridiano pari a 4,5° (80*4,5=360).
Le 80 parti, da 250 miglia, si trovano solo su di un parallelo che mi passava sulla testa e, io, non lo sapevo. Il parallelo misura, esattamente 20.000 miglia.
Abbiamo, già, visto una Terra scomposta in 80 meridiani. Il meridiano 0 passa sopra il Gennargentu. A destra del Gennargentu c’è tutta l’Asia mentre a sinistra c’è tutta l’America. Abbiamo visto un’altra carta, con diverso sviluppo, perfettamente centrata sul Gennargentu; carta del 1.318.
Nell’immagine presentata, una modernissima proiezione satellitare, c’è inserita una carta veneziana del 1484. Se qualcuno pensa che quella carta sia opera dei nostri valenti marinai… non mi trova d’accordo. Combaciano perfettamente le griglie di quadratini.
Vediamola in dettaglio. (Occhio ai gradi che ho cercato di inserire).
La griglia evidenziata è una parte della griglia generale di 80 settori sull’asse est-ovest e di 34 settori sull’asse nord-sud. Ho riportato il valore in miglia romane di alcuni settori significativi.
Un settore all’Equatore misura 338 miglia. Sul parallelo delle Isole del capo Verde vale 324 miglia.
Vorrei ricordare che su questo parallelo sono state centrate la maggior parte delle carte. Quindi bisogna sviluppare alcuni degli schemi -a base 34- a tre (3) unità sopra il Polo Nord partendo dal Circolo Polare Antartico. Esempio tipico è la Carta Cantino del 1502.
Di questa carta VENEZIANA, attribuita ai cartografi portoghesi, parlerò a parte: in altra occasione.
Torniamo alle griglie.
Il settore delle Canarie vale 300 miglia. Il mitico settore che misura 250 miglia passa esattamente a 42,338°, sfiora la città di Terni e passa sopra la città di Cesi. ( Lisbona non c’entra nulla.)
Qui vorrei aprire una piccola parentesi. Cesi figura tra i paesi sede dei Templari. Papa Innocenzo VIII ( Papa Cybo, presunto padre di Cristoforo Colombo) era proprietario di una buona fetta della zona. Un altro fatto curioso è che la zona, da sempre, è metà di pellegrinaggio da parte di pellegrini che vengono dal nord/Europa e si parla di Druidi e di Celti. (Non riesco a legare i due fatti). Di sicuro so che, con quel parallelo, potevo misurare le distanze legate alla scoperta del Nuovo Mondo.
Se ritornate all’immagine che riporta tutta la Terra sviluppata su 80 settori e contate 26 settori, di fronte a Lisbona, vi ritroverete sul meridiano dove vennero ad unirsi le masse dell’Asia e dell’America. Li iniziava il Cataio. Prima, però, abbiamo visto la mitica Beringia. Quando si separarono le due masse, nelle carte del 1.550 circa, vi si ubicò la città di Quinsai. Se da quel meridiano tornate indietro di 10 settori vi ritrovate sul meridiano dell’isola di Haiti o Antilia.
Che combinazione!
Sulle Carte del Toscanelli del Wagner, e sulle Lettere, trovate il tutto sul sito :
http://www.arcetri.astro.it/~ranfagni/CD/C...TI/TOSCNLLI.HTM
Sul sito dell’Osservatorio di Arcetri potrete conoscere, veramente, come stanno le cose. Il tutto è spiegato da Moderni Ricercatori. Nulla a che vedere con la mia esposizione. Noi dilettanti voliamo, solo, con la fantasia. Loro debbono dimostrare, scientificamente, quello che riportano.
Le immagini che riporto sono mie libere interpretazioni. La sola immagine della Terra –spaccata e graduata- è una elaborazione di Marco Berretta.